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Quello che gli altri non vedono, la gioia dei dettagli in un mondo d’insieme

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Quello che gli altri non vedono

A volte un libro può essere più di un semplice racconto. Può essere un fedele compagno, un mezzo per farti vedere il mondo da un’altra prospettiva, proprio come fa il romanzo d’esordio di Virginia MacGregor, Quello che gli altri non vedono, edito da Giunti con traduzione di Chiara Baffa.

Milo ha nove anni e una missione molto speciale: prendersi cura di nonna Lou, che insieme ad Amleto, l’animaletto di casa, è la sua inseparabile alleata. Ogni tanto la nonna annuncia che partirà per la Grecia con il nonno. Peccato che il nonno sia morto molti anni fa… Meglio non dirlo alla mamma, che ha poca pazienza, l’importante è assicurarsi che Lou prenda le pillole che le sbrogliano i pensieri. Del resto è stata proprio lei a insegnargli che il mondo si può “vedere” anche attraverso particolari che sfuggono alle persone comuni: i rumori, il tono della voce o gli odori. Sì, perché Milo è affetto da una malattia che lo renderà progressivamente cieco. E quando un giorno la nonna dà quasi fuoco alla cucina, Milo è il primo a difenderla, ma la decisione della mamma è irrevocabile: Lou deve andare in casa di riposo. Un posto apparentemente perfetto, con un bel giardino, pavimenti lucidi come specchi e un’infermiera dal sorriso stampato. Ma qualcosa non va… Come mai la nonna dorme sempre? Perché non riconosce più nessuno? Con l’aiuto di Tripi, il cuoco della clinica, Milo inizierà la sua personalissima indagine. E quando si è allenati a “vedere” il mondo con tutti e cinque i sensi, quello che si riesce a scoprire è davvero incredibile.

C’è qualcosa di speciale in questo romanzo e non solo nel suo piccolo protagonista Milo. C’è una voglia di raccontare qualcosa che va al di là degli occhi, al di là dello sguardo, qualcosa che vive nel profondo di ogni essere umano, qualcosa di primordiale ed essenziale che, come diceva il Piccolo Principe è invisibile agli occhi.

Quello che gli altri non vedono, oltre a raccontare l’amore per la famiglia è un libro che, nel suo piccolo, opera una grande e doppia denuncia: i maltrattamenti sugli anziani e quanto poco prendiamo sul serio i più piccoli.
Gli antipodi dell’età umana, trovano qui il loro spazio maggiore, la loro voce in capitolo, si fanno strada nel nostro cuore e si fanno ascoltare come non mai. Milo ha solo nove anni, ma l’amore per la nonna e la sua malattia lo rendono lungimirante ed intraprendente, Lou è un’anziana che vuole ancora amare, che superati i 90 anni non si è ancora arresa alla vita.

Ci vuole una voce giovane per raccontare quelle mute degli anziani, che si ritrovano sbattuti in una casa di riposo senza avere voce in capitolo, accettando i soprusi di una una direttrice egoista, diventata acida e malefica a causa dei dolori della vita.

Ed è proprio il dolore un altro pilastro di questa opera. MacGregor, infatti, riesce anche a raccontare in maniera completa il bisogno di ritrovare se stessi e di ritrovare chi si è perso. E’ tutto un gioco di cerca-trova Quello che gli altri non vedono: cercare la fiducia in se stessi nel prossimo, cercare e trovare il dettaglio, trovare la forza di ribellarsi, di credere ancora che si possa fare del bene, ritrovare chi ci è accanto ma che per troppo tempo abbiamo allontanato.

Il lettore si ritrova avvolto in una storia commovente e coinvolgente, che riesce a farti sorridere e allo stesso tempo versare qualche lacrima. E’ una gioia trovarsi a leggere libri del genere, con molti personaggi, ma tutti costruiti con estrema attenzione e a 360 gradi, con i quali si prva subito empatia.

Quello che gli altri non vedono è un libro imperdibile che vi consiglio di far trovare sotto l’albero di tutti quelli che non possono fare a meno di avere un libro sul proprio comodino.

Sara Prian

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