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Psicologo a disposizione dei profughi pagato dall’ULSS 3. La prossima follia quale sarà?

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Psicologo a disposizione dei profughi pagato dall'ULSS 3. La prossima follia quale sarà?

A Cona l’ULSS 3 ha messo a disposizione uno #psicologo a sostegno dei profughi ospitati nell’hub veneziano. La prossima follia quale sarà?”.

La notizia è stata data qualche giorno fa dalla stampa locale. Dopo le proteste inscenate dai migranti nelle scorse settimane, ed evidentemente pilotate dall’esterno, è stato proprio il primo cittadino di Cona, Alberto Panfilio, ad ipotizzare tale intervento.

I professionisti avranno il compito di verificare le condizioni di adattabilità alla permanenza nel campo del gruppo di migranti che durante il soggiorno hanno manifestato disagi.

I risultati delle sedute serviranno ad individuare i profughi maggiormente sofferenti, i quali saranno trasferiti altrove in breve tempo. La proposta si è naturalmente subito concretizzata grazie al Prefetto di Venezia Carlo Boffi, il tutto pagato, neanche a dirlo, con i soldi dei cittadini veneti.

In un territorio, tra l’altro, che presenta già delle problematiche di organico tali da rendere difficile l’erogazione dei servizi minimi a cui la popolazione locale avrebbe diritto.

Un Prefetto velocissimo nel reperire alloggi per gli ultimi arrivati e ad accontentare ogni richiesta dei presunti profughi, ma assai lento a fornire i dati del numero di arrivi totali di migranti in Veneto, dell’attuale numero di ospiti nei centri di accoglienza veneti e del numero di rimpatri effettuati per coloro che si sono rivelati privi dei requisiti per rimanere nel nostro Paese: la nostra richiesta di luglio 2017 infatti giace ancora inevasa.

È davvero una presa in giro e temiamo che, prima o poi, qualcuno perda pericolosamente la pazienza: perché lo stessa attenzione e la stessa solerzia non viene offerta anche alle famiglie venete che si trovano in stato di indigenza?

I servizi dei tg ogni giorno ci ripropongono casi di anziani lasciati soli e persone costrette a vivere sulle panchine e per le strade delle nostre città. Loro forse non meritano di essere supportati?

Invece di offrire questo ulteriore benefit, ci chiediamo perché queste persone che, ricordiamolo, entrano clandestinamente in Italia dichiarandosi subito profughi di guerra o perseguitati nel paese di provenienza, di fronte a vitto alloggio e cibo caldo abbiano ogni volta mille motivi per lamentarsi.

‘A caval donato non si guarda in bocca’, dice un popolare detto: ma se il caval donato non ti piace, l’unica alternativa possibile per noi è un bel biglietto di solo ritorno a casa”.

Andrea Bassi e Fabiano Barbisan
consiglieri regionali di Centro Destra Veneto – Autonomia e Libertà

(foto di repertorio)

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2 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Scusate ho dimenticato una domanda importante anche se non sembra.
    – Gli psicologi parlano i vari dialetti africani oppure gli africani parlano correttamente l’italiano, quanti mediatori culturali servono a far da traduttori, perchè se si la spesa aumenta.

  2. Gent.li Consiglieri, se queste sono le teste che hanno studiato tanto, benedetta ignoranza, almeno avevano più saggezza e più serietà. Sembra una barzelletta. Italiani in strada, conseguenza della perdita del lavoro, hanno perduto casa, certi famiglia, onore e dignità, di conseguenza perdi la salute, e se non ha i soldi alla sanità che è diventata bottega non puoi accedere. Leggere e sentire questi cose dai media mi fa rivoltare lo stomaco e vergognare di essere italiana, ci stanno umiliando in ogni maniera, senza un briciolo di rispetto, potessi andarmene da questo schifo me ne andrei. IO ex precaria del Comune di Venezia, messa sulla strada un anno fa senza nessun scrupolo, a 60 anni sono senza speranza.

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