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Ponte della Costituzione, dite addio all’ovovia quando passate

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Ponte della Costituzione, dite addio all'ovovia quando passate

Il ponte di Calatrava e l’Ovovia che avrebbe dovuto caratterizzarlo come un varco accessibile alla città “anche” per le persone disabili, sono ancora una volta allo specchio. E ciò che l’immagine ci rimanda, è desolante. L’Ovovia non funziona, in realtà si è rivelata subito inadeguata allo scopo: problemi tecnici, tempi lunghissimi per l’attraversamento e di conseguenza il disagio, l’imbarazzo di chi si è trovato seduto sull’ovovia con la speranza di attraversare il ponte. Gli ingegneri e gli architetti potranno dire perché quella capsula che il sindaco ha definito “della vergogna” non possa essere eventualmente sostituita con un mezzo tecnologico appropriato e in grado di far attraversare il ponte a chi non ce la fa da solo.

Ci sono i vaporetti, è vero, le rampe sui ponti possono favorire l’accessibilità alle persone disabili (ma anche anziani, donne in gravidanza, carrozzini, carrelli della spesa…), che possono così più agevolmente fruire della città, ma il concetto di diritto è lontano, il rispetto per la persona dovrebbe essere prioritario e pur in considerazione della particolarità di Venezia, dei suoi oggettivi ostacoli da superare fra ponti, terra e acqua, sembra impossibile che non esista nessun studio di fattibilità capace di rispondere alle esigenze delle persone svantaggiate.

Ora il Sindaco la vuole togliere quell’Ovovia e sarebbe interessante sapere cosa ne pensano le associazioni che da oltre trent’anni seguono la Storia dell’accessibilità possibile nella nostra città. Ricordiamo i tentativi dell’Istituto Universitario di Architettura, gli esperimenti del prof. Enzo Cucciniello (il Caregon a Ca’ Giustinian), le sue mappe del Progetto Veneziapertutti, lo studio dei percorsi e le strategie di superamento delle difficoltà, la sedia sul ponte delle Guglie e in ogni circostanza la verifica delle posizioni, dei vantaggi e dei rischi che un disabile si sarebbe trovato ad affrontare.

Forse è anche per questo motivo che il Ponte della Costituzione è stato incontrato con civile simpatia: un ponte per tutti nel suo significato ideale, è prevalso sulle valutazioni estetiche e sulle oggettive difficoltà di funzionamento che ne hanno svilito il senso, umiliato chi ha tentato di accedervi con la capsula, riproposto il tema delle compatibilità fra opere, lavori pubblici ed esigenze umane e sociali.

Non sono bastati i 2milioni di euro spesi per farla funzionare quell’ovovia, sempre problemi di carattere strutturale sono sopraggiunti e la constatazione oggettiva è che da oltre un anno è ferma e degradata. I problemi di inclinazione, di vibrazioni, di carrello ed elevatori, di agganci, di sicurezza, potevano essere prevenuti? E l’ovovia è sostituibile? E’ un mezzo dignitoso per chi lo usa? Cosa ne pensa chi lo ha provato?

Ora probabilmente la si toglierà quella capsula, ma con essa si accantona anche una speranza, un principio di diritto di cittadinanza, un elemento di democrazia. Non basta il pontile con una gondola attrezzata a ricevere una persona in carrozzina, occorre un progetto e una volontà forte di ostacolare l’handicap, di superarlo con gli strumenti della progettazione e dell’intelligenza.

Il Ponte di Calatrava , alle prese con la sostituzione dei gradini in acciaio che erano stati sistemati provvisoriamente per rimpiazzare le lastre rotte e con la messa in opera di materiale antiscivolo necessario in prossimità del freddo , continua a rivelare le contraddizioni che fin dal primo giorno della sua posta in opera hanno diviso la città fra favorevoli e contrari.

E sul fronte trasporti intanto, è stato riaperto con inaugurazione di rito, il traghetto di Riva del Carbon, che può aiutare a decongestionare i flussi turistici, così corposi e sempre in aumento. Rimarrà in servizio dalle 9.00 alle 12.00 dal lunedì al sabato compreso. L’inaugurazione presieduta dal campione regatante Gianpaolo d’Este e dal presidente dei bancali Aldo Reato, precede l’imminente ripristino del traghetto di Punta della Dogana e secondo il Sindaco Luigi Brugnaro e l’Assessora al Turismo Paola Mar, anche questa circolarità di opzioni può aiutare a orientare i flussi a scelte alternative ai mezzi Actv, lancioni e taxi , riducendo il traffico sul Canal Grande, a vantaggio ecologico e della cittadinanza.

Questi elementi, pur utili ad alleggerire il peso delle troppe presenze turistiche, soprattutto nei mesi estivi, non sono sufficienti(e lo sanno per prime le istituzioni cittadine), a risolvere un problema che sembra essere fuggito di mano agli stessi amministratori. Forse per queste ed altre ragioni il Sindaco ha incontrato nei giorni della Regata Storica, altri sindaci di tante città europee per confrontare le politiche turistiche, ragionare sui fondamenti dell’accoglienza, sulla prevenzione, sui metodi, sulle progettualità alternative al turismo, su tutti quegli elementi che nel firmamento veneziano richiamano ad una inversione di rotta per contribuire a dare un volto ospitale alla città, nel rispetto dei suoi veneziani, delle politiche abitative che li riguardano e che “oltre” non possono attendere.

Andreina Corso

29/11/2016

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