Ricoverata da quasi un anno, è gravata in carico alla comunità occupando un posto letto fino ad oggi.
La signora, una 49enne di origine nomade, costretta in sedia a rotelle, da maggio dello scorso anno viveva di fatto in un nosocomio veneto pur non avendone diritto. La donna, inoltre, in almeno due occasioni è stata sorpresa a rubare.
Il consigliere regionale del gruppo Indipendenza Noi Veneto, Antonio Guadagnini, aveva presentato una interrogazione, definendo il fatto “inaccettabile”, poiché tenere la paziente in ospedale è costato 10 mila euro al mese fino ad oggi.
I tentativi di dimetterla erano sempre andati a vuoto. La donna, pur non avendo motivi clinici per restare in ospedale, non di dimetteva in quanto non autosufficiente e i parenti, pur contattati, avevano detto di essere all’estero e di non potersi occupare di lei.
Oggi invece è stata trovata la soluzione: “E’ stata trovata una struttura in città dove la signora è stata trasferita”. E’ l’annuncio fatto dal direttore generale dell’Ulss 6 di Vicenza Giovanni Pavesi.
La soluzione: casa di riposo e retta a carico della donna o del Comune.
Rimane il tema più generale, ricorda Pavesi, “che riguarda i pazienti senza più domicilio o senza parenti cui affidarli. Si tratta di situazioni che, anche in piena legalità, presentano contorni complessi sul piano normativo, con vincoli precisi entro i quali anche noi come Ulss abbiamo limitati spazi di manovra”.
Monica Manin
24/02/2016
(modifica 26/02/2016 | 21.37)