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Pensioni, piccole agevolazioni. Renzi: un gesto di buona volontà

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Pensioni, riforme e anticipazioni: si tratta

Pensioni anticipate, flessibilità in uscita dei lavoratori, opzione donna, tutela per gli esodati.
Matteo Renzi avrebbe fatto volentieri a meno di farsi travolgere da questi punti interrogativi in questi giorni, occupandosi preferibilmente di IMU e TASI, e di Senato, ma il pressing di autorità in materia (oltre allo schieramento anti-Fornero di Salvini che si traduce in voti sicuri alle prossime elezioni) lo hanno convinto a mettere l’argomento pensioni in agenda.

«Noi — ha detto ieri alla direzione del Pd — abbiamo bisogno di dire con chiarezza che i conti pensionistici per quello che riguarda il nostro Paese non si toccano. Ma se esiste la possibilità, e stiamo studiando il modo, per cui in cambio di un accordo si possano consentire forme di flessibilità in uscita, se esistono le condizioni per farlo, sarebbe un gesto di buona volontà».

Il gesto di buona volontà non è un meccanismo generale di flessibilità ma un sistema di eccezioni rivolto a platee particolari di lavoratori.
Priorità per esodati e dipendenti anziani, per esempio con più di 62 o 63 anni che perso il lavoro non riescono a trovarne un altro. Il pensionamento anticipato potrebbe essere possibile con l’importo della pensione più basso in media del 3-3,5% per ogni anno di anticipo.

Per quanto riguarda le donne sul tavolo c’è una proroga dell’opzione donna (che scade il 31 dicembre) ma a condizioni diverse: ci vorrebbero almeno 62 o 63 anni d’età (non più 57) e 35 di contributi, ma il taglio dell’assegno sarebbe inferiore al 25-30% previsto finora.

Sul tavolo c’è sempre anche l’ipotesi del «prestito pensionistico» o «assegno di solidarietà», in ogni caso coperture dovranno essere previste. E sta qui la difficoltà del provvedimento da mettere a punto, con le risorse da indicare nella legge di Stabilità che il governo presenterà entro il 15 ottobre.

Mario Nascimbeni

22/09/2015

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