Chissà cosa spinge una persona maggiorenne e istruita a compiere un’azione brutta, imbarazzante soprattutto per chi la compie e molto sgradevole per chi si trova a dover constatare una volta di più che c’è chi si arrangia, chi ricerca e trova un ‘sistema’ per realizzare ciò che ha in mente, anche a spese di altri, ignari e vittime di una furbizia, che a pensarci bene è anche incoscienza, perfino ingenuità.
Così credeva di poterlo superare quell’esame per diventare avvocato, ma il diavolo fa le pentole, e non i coperchi, così lei, candidata trentasettenne disposta a giocarsi ‘tutto’ reputazione compresa, pur di farcela, superando i 1223 candidati che nutrivano le sue stesse speranze, è stata smascherata e certamente per lei i giorni a venire si mostrano già con notevoli complicanze.
La candidata avvocata ha pensato di usare un walkie talkie per comunicare con la mamma, che dall’esterno avrebbe potuto, in caso di difficoltà rispetto a domande o quesiti specifici, suggerire risposte, darle un aiuto. Si sa che le mamme farebbero di tutto pur di aiutare i figli che magari rivelano paura, anche se sono grandi, nell’affrontare un esame.
Questa prova per la trentasettenne era forse un muro invalicabile e la strategia studiata e scoperta al padiglione 7 della Fiera di Padova, destinato all’Esame di Stato e alla prima prova scritta di diritto civile, si è rivelata un boomerang, un esercizio autolesionista.
Galeotte sono state le onde radio captate che hanno condotto alla candidata e a sua madre, entrambe di Zero branco che ora dovranno vedersela con l’articolo1 della legge 475 del 1925 che punisce ogni trasgressione, ogni scorrettezza o abuso che entri a far parte di esami per l’esercizio di una professione.
Ora il pubblico ministero Giorgio Falcone ha avviato un’inchiesta, dopo aver appurato il tutto. La verifica delle comunicazioni tra le due donne, un plaid in classe nel posto della candidata con un walkie talkie gemello di quello della madre, quest’ultima riconosciuta fuori dell’aula e perquisita e altre spiacevoli prove sono state evidenziate fin dalla prima indagine che ha riscontrato le strumentazioni che madre e figlia avevano con sé, nel tentativo di dare a quell’esame un via libera che non era consentito.
Andreina Corso