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Ex Ospedale Al Mare, patrimonio storico e umano da preservare

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Principio di incendio all'ex Ospedale Al Mare di origine dolosa
Inquietante, pregno di storia e di misteri l’ex Ospedale al Mare del Lido ha accolto la visita di una trentina di veneziani guidati da Nelli Elena Vanzan Marchini, presidente del Centro italiano di Storia sanitaria e ospedaliera del Veneto.

Si è mostrato così com’è, con il suo corpo devastato dall’incuria e dal tempo, il risentimento di quella mastodontica struttura, nata come sanatorio e dagli anni ’20 in poi utilizzata come centro di elioterapia e talassoterapia marina. Con i suoi 33 padiglioni circondati da enormi terreni, ospitava officine, una biblioteca, la chiesa di Santa Maria Nascente.

Utilizzava un teatro, il Marinoni, che ai degenti offriva momenti di svago e di consolazione, affrescato da Giuseppe Cherubini, che anche negli ultimi anni ha cercato di rinascere, pur fra le mille difficoltà, per volontà di artisti e intellettuali che non si rassegnano alla sua fine impietosa.

La passeggiata all’Ospedale al Mare, il corteo attento e consapevole di ciò che avrebbero visto e trovato i visitatori, ha superato ogni previsione. Lo spettro del degrado, l’abbandono registrato dagli occhi che osservavano, nulla ricordava di quel nosocomio nato per l’assistenza e la cura, di quel Centro per le sabbiature conosciuto e ambito in ogni parte del Paese che dava lavoro a 1.400 dipendenti.

Strada facendo, la camminata ha mostrato ciò che resta dei tagli di alberi secolari a segnare quel luogo sinistro impraticabile a causa di rovi, erbacce e insetti, pezzi di macchine diagnostiche abbandonate, abitati in qua e in là da presenze invisibili di disperati che in quelle stanze cercano casa. Come se l’abbandono richiamasse gli abbandonati, gli ultimi della terra.

Ora la gestione passa, dopo innumerevoli interventi fallimentari, alla Cassa Depositi e prestiti (che l’ha acquistata dal Comune qualche anno fa per cinquanta milioni di euro), una holding del Ministero dell’Economia, proprietaria di enormi e innumerevoli proprietà immobiliari.

La Prelios, che dovrebbe condurre il progetto di ricostruzione per conto della Cassa Depositi, assicura la messa in sicurezza della struttura in tempi brevi e l’inizio dei lavori di restauro.

Luisella Pavan Woolfe, direttrice a Venezia del Consiglio d’Europa, ha valorizzato e valutato indispensabile la collaborazione dei veneziani, che dovranno vigilare sulle future prospettive dell’ex ospedale, prevenendo ogni speculazione edilizia e finanziaria per preservare un patrimonio storico e umano da progetti e destinazioni distanti dalla sua stessa vocazione originaria.

E si appella ai princìpi della convenzione di Faro che consente ai cittadini di collaborare a tutto titolo ai progetti e agli investimenti che riguardano la sfera sociale e culturale della città in cui vivono. Interlocutori preziosi e indispensabili, che di volta in volta seguiranno il divenire di questa ricostruzione per rimediare ad un degrado e ad una mancanza di rispetto per un luogo violato nella sua sacralità, che richiedeva invece quella giusta protezione e considerazione che potrebbe chiamarsi anche civiltà.

Andreina Corso | 26/09/2016 | (Photo d’archive) | [cod ospalma]

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