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Ora spiagge e abbronzatura! Ma le creme solari contro il melanoma sono un falso mito?

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Spiagge, vacanze, mare e abbronzatura. Arriva finalmente l’estate e la voglia di tintarella diviene quasi irrefrenabile.
Creme solari? Si comincia: protezione 50, 20, 10… quale scegliere?
Le protezioni più forti – si dice – sono come un cappotto: alla fine si resta pallidi. Quindi? Tanto vale restare a casa?
Le protezioni vanno bene (ad ogni fototipo andrebbe prescritta la più adatta per il suo tipo di pelle, però) ma vi è spesso la convinzione che le creme solari proteggano dal rischio di melanoma.

Il melanoma è un tumore della pelle purtroppo in aumento tra la popolazione e anche tra i giovani e, a volte, è una patologia che può avere un esito fatale.

Le creme solari sono davvero una barriera di protezione contro il melanoma?
Questa convinzione ultimamente, secondo alcuni studi scientifici, non troverebbe alcun fondamento.

A ribadirlo oggi è la Revue médicale suisse, la celebre rivista medica svizzera in lingua francese, in un articolo intitolato “il mito delle creme solari”, pubblicato sull’ultimo numero, a firma del direttore Bertrand Kiefer.

Questa tesi è fondata su un’analisi pubblicata in aprile che sintetizza ben 29 ricerche in cui sono state coinvolte oltre 300.000 persone.

La conclusione è che non c’è alcun beneficio provato da parte dei filtri solari nella prevenzione del cancro alla pelle. “Le persone che applicano più creme non hanno avuto meno melanomi di altri”, ha sottolineato Kiefer in un’intervista rilasciata alla televisione nazionale svizzera, non mettendo tuttavia in discussione l’efficacia della protezione contro le scottature causate dai raggi UVB.

Secondo l’Istituto Superiore della Sanità, si stima che nell’ultimo decennio il melanoma cutaneo abbia raggiunto i 100.000 nuovi casi l’anno a livello mondiale: un aumento di circa il 15% rispetto al decennio precedente.

Il melanoma è, in particolare, decine di volte più frequente nei soggetti di ceppo europeo (caucasici) rispetto alle altre etnie. I tassi di incidenza più elevati si riscontrano infatti nelle aree molto soleggiate e abitate da popolazioni di ceppo nordeuropeo, con la pelle particolarmente chiara.

In Italia la stima dei melanomi, e dei decessi ad essi attribuiti, è tuttora approssimativa: si aggira attorno a 7.000 casi l’anno. Per quanto concerne la mortalità, sulla base della documentazione disponibile dalle strutture nazionali, esiste una difficoltà a distinguere, nei certificati di morte così come sono predisposti, il melanoma dagli altri tumori maligni della pelle.

A questa carenza lo specialista può sopperire induttivamente, sapendo che: a) il decesso per tumore cutaneo di una persona al di sotto dei 45 anni è molto probabile sia dovuto a melanoma; b) al di sotto dei 65 anni, solo raramente non lo è.

Nell’ultimo quinquennio, dunque, in Italia i decessi attribuiti a melanoma cutaneo sono stati 4.000 nei maschi e oltre 3.000 nelle femmine, corrispondenti a tassi medi di mortalità rispettivamente di 5 e 6 su 100.000 abitanti l’anno. Però con punte di incidenza superiori a 10 per 100.000 abitanti in ambedue i sessi a Trieste e superiori al 6-7 per 100.000 a Genova, in Veneto ed in Romagna.

Nelle popolazioni europee, o di origine europea, tra il 1980 e il 2000 l’incidenza del melanoma cutaneo è aumentata ad un ritmo dei 4-8 % l’anno.

A livello delle diverse sedi anatomiche, il maggior aumento dell’incidenza è stato per i melanomi del tronco e minimo per quelli della testa e del collo, per quelli delle gambe gli incrementi sono stati più marcati nel sesso femminile.

L’unico modo per difendersi – secondo la rivista di medicina – è evitare i colpi di sole e proteggere i bambini con mezzi naturali. Ma soprattutto, far controllare le macchie della pelle e i nei da uno specialista.

Creme solari, abbronzatura, melanoma… quali sono i consigli a questo punto?
Le creme solari vanno usate, anche e soprattutto contro le scottature da evitare sempre. Difendersi contro il sole con mezzi naturali (cappellino, ombrellone, pareo, maglietta, ecc) soprattutto nelle ore centrali della giornata. Proteggere sempre i bambini che hanno una pelle molto spesso più delicata degli adulti.
Infine il consiglio principe: far controllare dallo specialista macchie e nei (ideale mappatura e controllo una volta l’anno) e in quell’occasione il dermatologo vi prescriverà la protezione migliore per il vostro tipo di pelle.

Individuare il melanoma quanto più precocemente possibile, ci ha ricordato recentemente Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [http://www.sportellodeidiritti.org/]”, rappresenta la principale arma per tentare di contrastarne la mortalità.

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