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Migranti a Catania: centinaia i minori sbarcati perché soli

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Sono ben 150 solo nella prima nave i minori non accompagnati e a loro bisogna provvedere al più presto, ma sono tre bambine e un neonato a mettere i piedi a terra per primi nel porto di Catania. Sono loro i primi migranti sbarcati. Dopo di loro un fiume di minori non accompagnati, oltre un centinaio, una fila che pareva non finire mai. E poi donne e uomini trasportati sulle sedie, stremati dal viaggio nel Mediterraneo.

Pochi minuti prima gli ispettori degli Uffici di sanità marittima, saliti sulla nave, hanno valutato i naufraghi prendendo nota di chi “ce l’ha fatta” quindi può scendere per raggiungere i centri di accoglienza.
Qualche ora dopo, come in un dejavu la scena si ripete tra i naufraghi della Geo Barents, dove dalla passerella dell’altro molo a poche centinaia di metri sono scese anche tre donne incinte, oltre a decine di minorenni non accompagnati e interi nuclei familiari.

Ognuno ha la propria storia, in un caleidoscopio di spaccati di umanità, e c’è anche chi quelle onde le conosce meglio di tanti altri dato che è stato intercettato dalla guardia costiera libica e riportato con la forza indietro ben quattro volte ma “forse – dice il giovane migrante agli attivisti – questa è la volta buona”.


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Mentre in tanti percorrevano la passerella con la certezza di avercela fatta, all’interno delle navi ferme a Catania c’è chi, con il passare delle ore, ha cominciato a capire che almeno per adesso lo sbarco non avverrà. Quei migranti (una minima parte) non sono donne, bambini o fragili: sono tutti uomini adulti, giovani e ritenuti in salute. Per questo, secondo il nuovo decreto, non potranno scendere a terra per ora.

Le verifiche sono compiute da tre ispettori degli Uffici di sanità marittima, giunti in pettorina fluorescente nella notte per verificare le condizioni dei naufraghi. La situazione è però precipitata quando tra i migranti sul ponte qualcuno ha cominciato ad urlare. In quel momento l’equipaggio che in questi giorni si è preso cura di loro offrendogli coperte e pasti caldi ha avuto il compito più difficile: spiegare che per il momento non avrebbero potuto lasciare la nave.

“Non dipende da noi ma stiamo cercando una soluzione. Non vi riporteremo indietro, bisogna aspettare e avere pazienza”. A questo annuncio uno dei migranti è crollato, ha avuto una crisi ed è stato portato via in ambulanza.
Altri trentacinque, tutti giovani tra i 18 e i 30 anni che ancora sperano e cercano di mantenere i nervi saldi, si sono seduti sul ponte con le mascherine, il cappellino o il cappuccio della felpa in testa.

Osservano il pontile del molo di levante, lo vedono così vicino e non capiscono perché non lo possono raggiungere contrariamente a quanto avvenuto agli altri negli ultimi 25 anni.

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  1. Spero non finiscano in mani sbagliate questi minori ….il pericolo è grande per loro ad attenderli vi sono spaccio di droga , prostituzione anche minorile , accattonaggio e il pericolo di essere fatti a pezzi per aver strappati loro gli organi come l’FBI assieme alla DIA ha scoperto …..

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