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Mostra del Cinema di Venezia, giorno zero: Everest e Orson Welles

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L’avventura è cominciata il pomeriggio del 1 settembre 2015, dopo una giornata passata impunemente in spiaggia, come i lavoratori veri (Sordi dei Vitelloni docet.) e aver recuperato gli accrediti stampa nel tardo pomeriggio, abbiamo raggiunto la sala per la proiezione di pre-apertura.
In programma un importate recupero, il “Mercante di Venezia” di Orson Welles, progetto del grange cineasta andato perduto per anni.
35 minuti ritrovati e restaurati, per la prima volta sul grande schermo. Si trattava di uno dei film in programma per una collana della BBC dedicata a Shakespeare. Ovviamente mai conclusa per mancanza di fondi, come troppe volte accadeva a Orson.

Successivamente l’Otello del 1951, altro lavoro di Welles, questa volta concluso ma in una rara edizione italiana. La voce del regista/attore era di Gino Cervi.
Ad aprire entrambe le visioni, l’esecuzione dal vivo della colonna sonora del “Mercante di Venezia”, anch’essa ritrovata da poco.

Il vero Festival è però cominciato la mattina del 2 settembre, con la proiezione di “Everest”. Pellicola in 3D basata sulla storia vera di milionari amanti del rischio che, per migliaia di euro si avventurano sul monte più alto del mondo. Tra la fatica, il freddo e il gelo.
Film che annovera tra i protagonisti Jake Gyllenhaal e Jason Clarke, in cui ci aspettavamo di veder lasciarci le penne per primo l’uomo di colore (come in tutti i film d’azione americani).

Usciti dalla sala abbiamo potuto constatare che nessun scalatore afroamericano è deceduto (non ve ne erano) e che la trama è lineare e semplice ma proprio per questo riuscita.
Un buon film di genere che ricorda leggermente “Alive”, pellicola degli anni 90 sui sopravvissuti allo schianto sulle Ande ma senza cannibalismo.
Film composto in due parti, una prima introduttiva in cui i tanti (o troppi) protagonisti ci vengono …

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