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Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano

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”Goditi la vita finché sei giovane”, ”Vent’anni? Sei nel fior fiore della giovinezza”. Sono solo alcune delle frasi fatte, ripetute spesso da adulti che forse non si ricordano più quanto in verità, sia difficile vivere quel rito di passaggio, chiamato adolescenza. Lo scrittore Gordiano Lupi nel suo romanzo breve Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano (Edizioni Il Foglio Letterario, pagg. 140, €13) ripone nello sguardo e nell’animo dei due protagonisti, la visione malinconica ed estatica di quel periodo.

L’autore ha deciso di ambientare la sua semplice ma profonda storia di solitudine, amicizia e scoperta a Piombino, la città natale. Sulla banchina del molo la storia del 17enne solitario Marco, si intreccia a quella del gabbiano Robert, una sorta di ”due brutti anatroccoli”, che si trovano a dover ”crescere e affrontare” la vita, volendone scoprire il senso profondo.

Ad accomunarli è la pochezza del mondo che gli sta attorno: entrambi non riescono a convivere con i loro simili. Sono affezionati ai loro ricordi, anche se dolorosi, belli, e vorrebbero solamente volare lontano. Robert lo può fare letteralmente ed infatti si imbarcherà in una divertente avventura in isole sconosciute, Marco invece lo può continuare a sognare, crescendo, allontanandosi da quel mondo non sempre amichevole.

Ad arricchire un romanzo già così intenso dal punto di vista emozionale, è il linguaggio usato dall’autore, molto forbito e poetico, con molti rimandi proprio alla poesia e alle tematiche già affrontate dal malinconico Baudelaire. Attraverso le vicende che corrono in parallelo, Marco e Robert, potrebbero essere paragonati al gabbiano più famoso, Jonathan Livingston di Richard Bach, anch’egli alla ricerca del suo percorso e con la voglia di imparare a volare.

Il desiderio di fuga e il viaggio sono i temi ricorrenti anche del racconto breve in appendice, Il ragazzo del Cobre, dove il protagonista è Juanito, un ragazzino di qualche anno più giovane di Marco, che vive in un quartiere peggiore delle favelas, in Brasile e il suo più grande desiderio è quello di diventare un calciatore ed aiutare così la sua povera famiglia.

Due, o meglio, tre, storie toccanti, Marco, Robert e Juanito, protagonisti di un romanzo di formazione che riflette sull’innocenza di questi giovani, rappresentano lo sguardo puro, senza filtri, sui sentimenti, gli stati d’animo è il mondo così com’è: quello che cercano è un modo per renderlo migliore, tormentati ed incatenati nelle loro routine.

Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano, come il precedente Calcio e acciaio – Dimenticare Piombino (2014), probabilmente verrà presentato al Premio Strega, nel frattempo è già disponibile per tutti i lettori, adolescenti, giovani e adulti, per chi deve ancora crescere, per chi continua ad aver voglia di spiccare il volo, ai sognatori e non e più semplicemente per chi ha ancora la voglia di emozionarsi.

Alice Bianco

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