MESTRE | Erano quattrocento ma sembravano molti, molti di più. Una lunga catena umana che ha sfidato la pioggia per testimoniare che vuole una vita senza violenza, una città senza violenza. Le candele hanno illuminato gli angoli bui di Mestre a testimonianza che il vile pestaggio di Gabriele Sinopoli è un'aggressione alla società e alla sua cultura che non si deve mai più ripetere.
La marcia è partita alle 20.30 dalla galleria del Toniolo, poi in un silenzio toccante, è passata davanti i luoghi dell’aggressione: via Verdi e Riviera XX Settembre. Poi davanti al bar dove gli spritz e l'alcol hanno dato il coraggio della vigliaccheria al branco. Poi davanti alla casa di Sinopoli, tutt'ora ricoverato all’ospedale All’Angelo di Mestre per il pestaggio.
La marcia silenziosa conteneva tutti, parenti, amici, conoscenti, semplici informati dei fatti, stranieri, mestrini, tutti con la candela in mano sotto la pioggia per dire no alla violenza, a quella cieca e stupida violenza da infami che ha mandato in coma Gabriele Sinopoli, solo perchè ha suonato il clacson perchè aveva trovato la strada preclusa da quelle persone che si son sentite disturbate e lo hanno preso a pugni in testa. Quelle persone che lo hanno inseguito fino a dentro casa per sfogare i loro istinti di vendetta per esser stati “disturbati”.
La marcia di ieri sera era per Gabriele Sinopoli, ma anche per rinnovare l'idea che una città deve essere luogo di incontro e non di scontro. Un'idea da eleggere come simbolo per non dover vivere con la paura.
Paolo Pradolin
[redazione@lavocedivenezia.it]
Riproduzione Vietata
[13/09/2012]
titolo: MARCIA CONTRO LA VIOLENZA | Per non dimenticare la vile aggressione a Gabriele Sinopoli
foto: MARCIA CONTRO LA VIOLENZA DI MESTRE (repertorio)