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Sedativi nel biberon: madre tenta di uccidere la figlia. Due volte

La bambina salvata dal tempestivo intervento dei medici che l'hanno rianimata. I sanitari, trovandosi di fronte ai due inspiegabili arresti cardiaci, hanno analizzato le urine della piccola e vi hanno trovato tracce di benzodiazepine. Allontanati anche il padre e il nonno che avrebbero saputo la verità

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Sedativi nel biberon: madre tenta di uccidere la figlia. Due volte

Per due volte in pochi giorni ha provato a uccidere la figlia di tre anni. Non è un killer professionista di qualche giallo dark, è la madre di quella bimba e, soprattutto, questa è vita reale.
La donna, nata all’estero ma napoletana per adozione, è finita ieri in carcere su indagini del Nucleo di polizia investigativa dei carabinieri di Roma.

Lei, la madre, ora si scopre che allo stesso modo aveva già provato ad uccidere anche la figlia più piccola, quando non aveva ancora sei mesi. Stesso piano diabolico: pesanti sedativi fatti ingerire alle bambine quasi certamente dal biberon.

Nel biberon che la madre dava alla piccola a dicembre non c’era solo il latte, ma anche una dose talmente alta di calmanti che la stava uccidendo. Ma lei, a soli tre anni, non lo sapeva e non avrebbe mai potuto capirlo. Lei si è fidata della mamma.

Si è fidata, come tutti i bimbi, della sua mamma che le ha fatto bere tutto quel veleno guardandola negli occhi. Ed è stata male, tanto male che il suo piccolo cuore si è fermato. Per sua fortuna si trovava all’ospedale Bambino Gesù di Roma, ricoverata, ed è stata salvata in extremis dai medici.

Ma la madre l’ha rifatto nuovamente: ha riempito il biberon di latte e calmanti e l’ha fatta stare male, fino a farle fermare il cuore una seconda volta.

La donna, trentenne napoletana, è stata arrestata giovedì sera nel capoluogo campano. E tra le sue vittime non ci sarebbe solo la piccola di tre anni, ma anche un’altra figlia di solo un anno che sarebbe rimasta vittima dello stesso tentativo mentre era ricoverata all’ospedale Santo Bono di Napoli. Il fatto sarebbe avvenuto circa un anno fa.

Le indagini sono partite quando i medici, trovandosi di fronte ai due inspiegabili arresti cardiaci, hanno analizzato le urine della piccola e vi hanno trovato tracce di benzodiazepine.

I medici hanno quindi segnalato il caso ai carabinieri che hanno a loro volta iniziato ad indagare. E quello che hanno scoperto è stato ancora più incredibile: la donna avrebbe tentato di uccidere la figlioletta per attirare l’attenzione del marito dopo alcune tensioni che c’erano state nel loro rapporto.

Per questi motivi, lo scorso 28 dicembre i carabinieri avevano notificato alla donna arrestata ieri con l’accusa di tentato omicidio della figlia di tre anni, un provvedimento di sospensione della potestà genitoriale, adottato alla luce dei riscontri acquisiti dal Tribunale per i Minorenni di Napoli, che aveva disposto, tra l’altro, il divieto di avvicinamento di entrambi i genitori alla bambina ricoverata e alle due sorelline più piccole, che sono state affidate ai servizi sociali partenopei.

Il Tribunale dei minori di Napoli che le ha levato la potestà genitoriale ha allontanato anche la terza figlia, neonata, ed ha allontanato le bambine anche dal marito e dal nonno paterno che avrebbero saputo come stavano i fatti e avrebbero assecondato la donna senza impedire che ci riprovasse.

Intanto l’ospedale Bambino Gesù ha fatto sapere che “grazie al tempestivo intervento del personale sanitario e alle cure rese possibili dall’ambiente ospedaliero la bambina è fuori pericolo e in buone condizioni. La piccola era ricoverata per approfondimenti diagnostici – spiegano dal nosocomio – in seguito a una condizione clinica apparentemente molto complessa. Durante il suo ricovero si sono manifestati due arresti cardiocircolatori. Le condizioni cliniche hanno indotto i sanitari a verificare la presenza di sostanze tossiche nelle urine. La presenza nelle urine di sostanze psicotrope ha obbligato i medici a segnalare il caso all’autorità giudiziaria”.

La madre trentenne è stata arrestata nei pressi della sua abitazione a Napoli e si trova ora nel carcere di Pozzuoli.

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