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Lonigo: Tutti in corteo contro le Pfas

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M5S scopre nuove sostanze cancerogene nell'acqua che beviamo

Una manifestazione unanime, un lungo corteo partito dal Parco Ippodromo di Lonigo, in difesa della salute e contro le Pfas.

L’acqua potabile contaminata da discariche minaccia fortemente la salute e i cittadini, le mamme in primis, le famiglie ben conoscono i rischi dell’inquinamento delle falde acquifere del Veneto, sia nel vicentino, che nel veronese e padovano.

Come è noto, le Pfas sono sostanze chimiche prodotte dall’uomo, costituite da catene fluorurante di un numero variante di atomi, che vengono assorbiti  rapidamente,  in  seguito  ad  ingestione  ed  inalazione: poiché si legano alle proteine del plasma e non sono metabolizzati dall’organismo, si accumulano e si ritrovano nel plasma, nel fegato e in minor misura nel rene.

Oltre diecimila persone, hanno sfilato convinte, sostenute da rappresentanti istituzionali, quali sindaci, assessori, consiglieri regionali e provinciali, e dalla presenza significativa del Vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol, che ha voluto solidarizzare con le Mamme No Plaf, con le quali ha instaurato rapporti significativi, condiviso problemi e timori.

Il Vescovo ha voluto riconoscere la bellezza e la necessità della valorizzazione dell’acqua, citando il Cantico delle Creature di San Francesco, elemento presente in tutte le religioni e quindi collante culturale universale. Anche la comunità sikh e musulmana ha voluto esprimere in un’orazione il suo rispetto e l’impegno della protezione dell’acqua.

Sono state le mamme, promotrici di vita, ad accogliere per prime l’appello di Papa Francesco, in difesa della casa comune, della vita di tutti del dovere di rispettarla e non assoggettarla a logiche aziendali disinvolte.

Il Comitato Zero Pfas Montagnana, Comune incluso nella zona a rischio emergenza con altri Comuni, chiede che l’acqua sia raccolta dall’Adige e non dalle falde acquifere contaminate. Sollecita un’inversione di tendenza, così come da sempre auspicato dalla cittadinanza, e da Green Peace, anche attraverso una petizione rivolta alla Regione Veneto che evidenzia:

“Il problema dell’inquinamento in Veneto viene alla luce nel 2013, quando uno studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche rileva la contaminazione da Pfas nei fiumi e nelle acque potabili di una vasta area compresa tra le province di Vicenza, Verona e Padova.
L’agenzia Regionale per l’Ambiente, individua quindi nel depuratore di Trissino, dove confluiscono gli scarichi dell’azienda chimica Miteni Spa, una delle principali fonti di inquinamento. La Regione Veneto deve agire immediatamente, ma per ora non lo fa nella direzione sperata: invece di bloccare gli inquinatori e la distribuzione dell’acqua potabile, alza i limiti ammessi di PFAS.

Intanto, di fronte all’inerzia delle istituzioni, cresce la paura tra gli abitanti delle zone contaminate, ormai consapevoli dei rischi per la salute potenzialmente correlati alla presenza di alcuni PFAS nel sangue: forme tumorali, complicazioni in gravidanza e problemi al sistema endocrino.

La salute e la sicurezza dei cittadini vengono prima del profitto delle industrie.”
Green Peace, invita a firmare la petizione per chiedere alla Regione Veneto di individuare e fermare tutti gli scarichi di PFAS nelle aree colpite dalla contaminazione, e di abbassare i limiti di PFAS consentiti nelle acque potabili.

I cittadini si sono mobilitati e intendono continuare a manifestare perché il rischio salute è troppo alto e le risposte accompagnate a rimedi concreti, non possono più farsi attendere.

Andreina Corso

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