Lida Taffi Pamio era stata uccisa la sera del 20 dicembre 2012 nel suo appartamento di viale Vespucci a Mestre a colpi di coltello.
Per la Procura non ci sarebbero dubbi per l’autrice del brutale omicidio, tanto che il pm Lucia D’Alessandro ha chiesto l’ergastolo, il massimo della pena per Monica Busetto, una vicina di casa della vittima, accusata di omicidio volontario pluriaggravato, rapina e simulazione di reato.
La pubblica accusa ha spiegato per oltre quattro ore le prove che sarebbero schiaccianti a carico dell’imputata, mentre quest’ultima ascoltava impassibile.
Per la difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandro Doglioni, la signora Busetto è invece innocente e deve essere assolta.
Pesa in particolare sull’accusata il ritrovamente di quella collana di proprietà della vittima, trovata dagli uomini della squadra mobile nel portagioie dell’accusata, in cui vi sarebbero tracce del dna Lida Taffi Pamio. Vi sarebbero poi intercettazioni in cui Monica Busetto esprimeva astio nei confronti dell’anziana in telefonate con amiche e parenti.
Chiesta, quindi a suo carico una condanna all’ergastolo (con un anno di isolamento diurno) per omicidio aggravato, rapina aggravata e simulazione di reato, con l’aggravante della gravità del fatto, della condotta processuale e dei futili motivi.