Baruffa in Comune di Venezia tra la consigliera delegata Camilla Seibezzi e il sindaco Giorgio Orsoni, motivo del ‘litigio’ la distribuzione dei libri acquistati per i bambini contro l’omofobia.
Le due posizioni erano e sono chiare: il sindaco afferma che i libri devono restare alle municipalità da dove, chi ne vede la necessità, possono essere presi per il loro utilizzo, la delegata del sindaco invece afferma che i libri sono atati regolarmente acquistati e devono essere distribuiti a scuole ed asili.
C’era in programma la conferenza stampa che doveva siglare la pax sulla questione, sul tema «Leggere senza pregiudizi», invece è convocata ma non c’è stata. Ai giornalisti convenuti sono così arrivate solo le urla che provenivano dall’ufficio del sindaco per la discussione accesa con la consigliera delegata contro le discriminazioni.
Camilla Seibezzi ha poi dichiarato: «Se il sindaco ritiene che io stia imponendo un’ideologia, imponendo le fiabe nelle scuole, agisca con coerenza e mi ritiri la delega. Io non impongo i libri, li ho comprati: li legge chi vuole leggerli. Se sbaglio mi ritiri la delega in tutta chiarezza, lo dica alla città, prenda decisioni chiare senza timore di far dispiacere la maggioranza».
Il sindaco ha invece dichiarato: «Purtroppo la consigliera delegata Camilla Seibezzi forse non conosce quali sono le procedure in uso in Comune che rispecchiano il modo corretto di mettere a disposizione dei docenti strumenti didattici senza volerli imporre seguendo forme ideologiche».
Tutta la vicenda dell’acquisto dei libri a questa pagina
Redazione
[22/03/2014]
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Sei i libri ormai sono stati acquistati che senso ha non distribuirli veramente: ennesimo spreco di denaro pubblico?
Mi pare evidente che la posizione del sindaco sia parac***ista, non avendo abbastanza coraggio di andare contro il fronte omofobo dell’opinione pubblica si cala le braghe con una soluzione a metà, che però non risolve un bel niente.
Ma mai possibile che solo in Italia si debba essere così indietro, queste favole sono realtà già da un decennio in paesi come Francia Germania e Spagna e qua da noi stiamo ancora parlare di “propaganda omosessuale” o “imposizioni ideologiche” guardandoci l’ombelico.