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L’esercito dello spritz. Tutti in piedi, più fuori che dentro (dai locali) col bicchiere in mano

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L'esercito dello spritz. Tutti in piedi, più fuori che dentro (dai locali) col bicchiere in mano
Mi aggiro per le piazze della mia regione con fare circospetto, cerco di non farmi notare ma loro sono ovunque.

Spuntano d’improvviso poco prima di ora di cena, si muovono in truppe e invadono le vie, le calli e le piazze non consentendone più il passaggio.

Non sono barbari armati di spade, sono giovani con calici in pugno. Una categoria altrettanto pericolosa.

Non hanno armature ed elmi lucenti ma sgargianti scarpine colorate ed occhiali da sole a protezione dei pericolosissimi raggi lunari (non lo sapevate? Fanno malissimo).

A cosa mi riferisco? Presto detto: alle migliaia anzi, milioni di ragazzi sostenitori e vittime di un rito insindacabile: l’aperitivo (o apericenza come dicono in molti oggi) denominato Spritz.

Li avete visti sicuramente anche voi quei giovani, in piedi, al caldo e al freddo, insensibili a qualunque condizione climatica: neve, pioggia e caldo africano non conta.

Congelano ma non lo danno a vedere, i corpi tremano ma il bicchiere sempre saldo in mano, l’importante è esserci, sempre e comunque.

Un rito a cui rinunciare significa perdere appeal nel proprio ristretto gruppo.

Diciamo la verità : fino a qualche anno fa a nessun giovanissimo piaceva il Gingerino o l’Aperol, chi lo beveva era uno sfigato.

Ora uno non basta, bisogna berne almeno due, senza tralasciare salatini, patatine ed olive, che riempiono gli stomaci svagati che essendo immancabilmente a dieta rinunciano al pasto successivo, oppure nella migliore delle occasioni, si obbligano ad una seduta ulteriore in palestra per bruciare le milioni di calorie che le patatine hanno accumulato sui loro fondoschiena.

Però… c’è un però: non bisogna catalogarli tutti così questi ragazzi, in fondo ultimamente c’è chi è uscito dal tunnel, ovviamente per entrare in un altro.

Quello dello pseudo intenditore enologo.

La categoria migliore: giovani che attraverso un corso accelerato della rubrica Gusto (TG5) hanno appreso i rudimenti del sommelier ed ora girano le varie cantine, pub ed enoteche al grido di Giallo paglierino e Rosso rubino con retrogusto di acacia.

Suvvia giovincelli, che il Tavernello per voi è champagne.

Ma è inutile prendersela, in fondo la moda è fatta così, c’è chi va e chi viene, chi appare e chi scompare ed io sono ancora in attesa speranzoso che la Spuma dei nostri padri torni in auge.

Mattia Cagalli

(Pubblicato il: 12 Gen, 2008 @ 16:05)

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