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L’aroma nascosto del tè – Il ritorno della letteratura evocativa di Jamie Ford

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Jamie Ford è uno di quegli autori che, personalmente, fa parte dei miei preferiti. Uno di quelli che si corre a leggere appena esce qualcosa di nuovo, anche se, tra un libro e l’altro occorre avere la pazienza di aspettare qualche anno. E, come sempre, i suoi sono racconti che ti entrano sotto la pelle piano piano, che hanno la capacità di farti amare i personaggi pagina dopo pagina che, mano a mano che procedi, fai sempre più fatica ad abbandonare.

Capita così anche con L’aroma nascosto del tè, edito da Garzanti, che ci porta nella Seattle del 1962 dove per Ernest Young sono passati più di cinquant’anni dall’ultima volta che ha visitato l’Esposizione universale, ma nulla è cambiato. E basta un profumo, un’ immagine per riportarlo al 1909 quando sbarcò in America dalla Cina a 12 anni e venne venduto come premio alla lotteria per servire in una casa di una stravagante signora. Qui incrocia gli sguardi di Fehn e Maisie, due ragazzine completamente diverse, ma che gli rubano il cuore. Una rimarrà al suo fianco per sempre, l’altra sparirà dietro ai fumi del passato, ma chi sarà chi?

Ford è bravo a creare atmosfere, a stuzzicare non solo la vista, ma anche il palato e l’olfatto. Così come accadde ne Il sapore proibito dello zenzero, anche qui sono gli odori del passato a fare da padrone. I profumi della casa dove lavoravano i tre protagonisti, mischiati al sudore della fronte e di quello delle donne, attraversano la pagina e si posano su noi lettori, lasciandoci inebriati e partecipi di quanto viene raccontato.
Con estrema delicatezza, tipica dell’autore, ci addentriamo nei labirinti del cuore di tre adolescenti che si riflettono in quello da adulti. L’emozione del primo bacio, dell’innamoramento che sfrigola dentro le nostra ossa e dentro i nostri muscoli, la potenza dell’amore che non riesce ad abbandonare un corpo nemmeno dopo anni, nemmeno dopo che il tempo sembra aver posto ostacoli insormontabili.

Il potere dei ricordi è qualcosa di incredibile unito ai nostri sensi. Il sapore o l’odore di qualcosa, sono in grado di portarci indietro esattamente in quel posto e luogo nel tempo facendoci rivivere esattamente quelle sensazioni. Ford utilizza questo stratagemma con i suoi personaggi per dare una perfetta fluidità alla transazione dal presente al passato, permettendo anche al lettore stesso di evocare qualcosa nella propria testa che gli ricordi quel profumo e compiere, assieme ai protagonisti, un salto nel passato.

Ma L’aroma nascosto del tè è anche un inno alle persone che incontriamo nella nostra vita, quelle che rimangono accanto a noi e quelle che la sfiorano, lasciandoci però diversi e cambiati. Come nella pittura di Giotto, anche nel romanzo di Ford sullo sfondo c’è l’arrivo di una cometa. Una cometa che porta con sé presagi e speranze, ma che soprattutto qui diventa metafora del passaggio nelle nostre esistenze di alcune persone incredibili che attraversano il nostro cielo, ci illuminano e poi spariscono così come sono arrivate ma lasciandoci dentro quella polvere di stelle che ci ha reso diversi da quello che eravamo prima.

L’importanza delle persone, dell’amore e dell’amicizia sono i perni di questa storia romantica, forte, in grado di emozionare e di farci dire, un po’ come con le persone importanti della nostra vita: “Ford, vale sempre la pena aspettarti!”.

Sara Prian

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