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Ladro preso in flagrante al bar dell’ospedale, processato offende il giudice

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Ladro preso in flagrante al bar dell'ospedale, processato offende il giudice

In data odierna, 18 giugno 2016, le Volanti della Questura di Venezia hanno tratto in arresto N.A., di nazionalità bulgara, anni 26, il quale si era introdotto durante la notte all’interno del Bar dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre e, in particolare, all’interno di uno stanzino dello stesso Bar “Vive Café”, adibito a luogo di ufficio privato del gestore, dopo averne divelto la porta con impiego di un grosso cacciavite in acciaio.

Verso le ore 02.50, la Sala radio della Questura inviava un equipaggio delle Volanti presso l’Ospedale dell’Angelo in quanto era scattato l’allarme intrusione all’interno della struttura ospedaliera. Qui, personale della vigilanza privata Civis e personale dell’Ufficio Manutenzione dell’Ospedale aveva notato un uomo che, con una torcia, stava aggirandosi all’interno del Bar, e si nascondeva alla loro vista.

I poliziotti, giunti sul posto, facevano ingresso all’interno del Bar e sorprendevano un uomo che si era nascosto all’interno di una saletta nelle pertinenze del medesimo, la cui porta appariva completamente divelta; provvedevano quindi, immediatamente, ad immobilizzarlo. Tutti gli ambienti erano già stati messi a soqquadro.

Accanto al fermato venivano rinvenuti un grosso cacciavite in acciaio con manico in plastica nero, di circa 40 cm di lunghezza, con tutta probabilità usato per lo scasso della porta, nonché una torcia ed un arnese in metallo tipo chiave multiuso di circa 13 cm.

A quel punto si procedeva alla perquisizione personale dell’uomo che consentiva il rinvenimento, sulla sua persona, di vari blister di monete di diverso taglio,
evidentemente asportati dalle casse, per una somma complessiva di 180 Euro.

Infine, il gestore del locale, sentito dai poliziotti sul punto, confermava che lo stanzino all’interno del quale l’uomo si era introdotto e la cui porta era stata divelta era adibito ad attività privata d’ufficio: luogo che la legge tutela alla stregua del domicilio.
Emergeva, così, l’ipotesi del reato di cui all’art. 624 bis del codice penale, in flagranza della quale l’arresto è obbligatorio.

Il ventiseienne bulgaro, che dovrà rispondere anche del porto di arnesi atti allo scasso, è quindi stato trattenuto in Questura in formale stato d’arresto, in attesa del giudizio direttissimo che si è celebrato nella mattinata odierna, e che lo ha visto essere condannato a 10 mesi di carcere, con immediata applicazione della custodia cautelare presso l’Istituto penitenziario.

Il soggetto, evidentemente non pago di quanto già commesso, in udienza poneva in essere gesti d’offesa espliciti nei confronti del Giudice: atti che non passavano inosservati ed in ragione dei quali si disponeva la trasmissione degli atti al Pubblico ministero per un ulteriore procedimento penale a carico dell’uomo.

Redazione | 18/05/2016 | (Photo d’archive) | [cod angelome]

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