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La treccia – Un fil rouge che racconta la forza delle donne

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Destini che si uniscono. Storie che si legano le une alle altre senza che mai le protagoniste si incontrino. Storie di donne comuni, ma che dimostrano l’essenza e la forza dell’essere Donna. La Treccia, edito da Editrice Nord, esordio tra gli scaffali dell’attrice, sceneggiatrice e regista Laetitia Colombani, in Francia è stata una vera rivelazione, diventando ben presto best seller e vendendo i diritti in bel oltre 25 paesi.

Smita vive in un villaggio indiano, incatenata alla sua condizione d’intoccabile. Giulia abita a Palermo e lavora per il padre, proprietario di uno storico laboratorio in cui si realizzano parrucche con capelli veri. Sarah è un avvocato di Montréal che ha sacrificato affetti e sogni sull’altare della carriera. Tre donne, tre paesi diversi, tre storie di coraggio che si intrecciano senza mai toccarsi mai veramente.

Colombani riesce attraverso uno stile asciutto e scorrevole a raccontarci di tre esistenze femminili che racchiudono in sè a 360° la complessità della donna e a che cosa voglia dire esserlo e che cosa, al contrario, le priverebbe di esserlo. C’è Smita che decide con coraggio che sua figlia non dovrà fare la sua fine, che pur essendo una fuori casta, ha il diritto di studiare e che entrambe si meritono un’esistenza migliore degna di essere vissuta. Per Giulia essere donna vuol dire dimostrare che può prendere in mano le redini dell’azienda famigliare, prima condotta dal padre e quindi un uomo, e salvarla dal baratro contro il parere di tutti. Per Sarah, infine, essere donna significa guardare in faccia il tumore e continuare a vivere la propria esistenza, anche nascondendolo a chi gli sta attorno e, un po’, anche a se stessa, ma non lasciarsi precludere nessuna possibilità nonostante il grosso ostacolato piovutogli in mezzo alla strada e nonostante la gente la veda come una malata che fa l’avvocato.

Tre storie diverse di coraggio, unite da un filo sottile, un filo sottile come il capello vero perno su cui ruotano le intere vicende. I capelli, infatti, fin dall’antichità sono il simbolo femminile per eccellenza, simbolo di salute e bellezza. Il taglio di essi, oltre al più moderno “taglio con la vecchia vita”, per una donna può significare proprio la perdita della propria identità, da poi ritrovare in un lungo percorso di crescita.

In un fil rouge immaginario che lega le tre protagoniste, dunque, il capello diventa l’elemento portante dell’intera vicenda, intrecciandosi e diventando la trama su cui poggiano queste ordinarie, ma straordinarie esistenze.

La Treccia è un libro a tratti commovente, doloroso, ma anche pieno di speranza nel raccontare la forza delle donne.

Sara Prian

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