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La legge sullo ius soli tradita dall’ignavia

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La legge sullo ius soli tradita dall’ignavia
Sotto l’albero di Natale si è consumato il pasto a base di viltà e ignavia. Ringraziano gli 800mila bambini e adolescenti con le loro famiglie per lo sgarbo ricevuto, ringraziano gli eroici senatori dei Cinque Stelle, che con i soci della Lega hanno finalmente mostrato al Paese i loro volti di duri e puri e con sfrontatezza ce l’hanno fatta a mostrarci la viltà di chi esce dall’aula di un Senato della Repubblica per far mancare il numero legale richiamato con soddisfazione alla verifica mancata dal senatore leghista Calderoli.

E che dire della complicità di 29 senatori del Partito democratico che hanno disertato l’aula?

Comportamenti da stadio dopo il goal nell’aula offesa: senatori esultano sguaiatamente per la vittoria.

I ragazzi e i bambini dello Ius soli negato: sono loro le persone dell’anno 2017 per L’Espresso, che ha dedicato loro la copertina e un’analisi di Roberto Saviano.

Finisce amaramente questa storia, anche se non stupisce, una storia imbevuta di razzismo e ignoranza, che confonde i problemi dell’immigrazione con lo ius soli, che ciecamente dice no perché prima i bambini devono dimostrare, poi i genitori anche. . .

Basterebbe entrare in una qualsiasi classe di una qualsiasi scuola in Italia per capire che tra i bambini, i ragazzi, questi problemi che assillano i razzisti non esistono. Per fortuna ci sono loro e domani costruiranno un mondo migliore.

Basterebbe ascoltare gli insegnanti, ma la politica del respingimento è cieca, non vede niente se non le proprie convinzioni e si trastulla in quel limite meschino che si è spinto a disertare l’aula parlamentare invece di assumersi la responsabilità di votare no, mostrando la faccia.

Ora l’Unicef ci dice che l’Italia ha rivelato una pagina d’inciviltà, ma sì l’Italia mammona, quella che ‘I figli so’ ppiezz’ ‘e còre, proprio lei, l’Italia che però parlava forse dei ‘suoi’ figli, mica di quelli che hanno genitori stranieri. Quelli la mamma non ce l’hanno, evidentemente e il loro cuore si può ferire impunemente. Così come si possono calpestare i loro diritti di cittadinanza.

Penso che la cometa non vorrà più essere chiamata stella, troppe imitazioni e di cattiva qualità.

Andreina Corso

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