Freddo siderale, nebbia e smog alle prese con i dati Arpav (Agenzia regionale per l’ambiente del Veneto) e sotto l’occhio attento di ricercatori e specialisti che molto hanno da dirci sull’aria che respiriamo.
I tecnici hanno parlato chiaro ai Sindaci dei Comuni e della Città metropolitana; l’inquinamento non accenna a diminuire e richiama con forza abitudini sui consumi e necessità di revisione sull’utilizzo degli impianti di riscaldamento, delle automobili, di tutti i mezzi di trasporto.
La riunione di oggi tra Arpav e Giunta comunale a Venezia, si deve al raggiungimento del livello 1, che obbliga ad informare la popolazione sui rischi d’inquinamento e in un certo senso a cercare la collaborazione con l’utenza, senza la quale non è possibile prevedere un miglioramento della qualità dell’aria.
All’attenzione dei componenti il tavolo di analisi, la lettura dei dati che hanno rilevato il puntuale aumento dei valori del Pm 10, come ha confermato la centralina di via Beccaria a Marghera (ma si suppone anche a Bissuola, Gazzera e Sacca Fisola a Venezia), superando i 50 milligrammi per metro cubo. Questo dato mette in allarme e richiama alla necessità di difendere l’ambiente e la popolazione dalle conseguenze dell’eccesso.
Qualora si superassero per tre giorni di seguito i 100 milligrammi, i provvedimenti preventivi aumenteranno e scatteranno ulteriori restrizioni per il riscaldamento, si vieterà l’uso delle stufe e limiterà quello delle macchine.
La mancanza di pioggia, la nebbia che facendo massa impedisce il libero ricambio d’aria e la lettura delle centraline, hanno messo in crisi il Piano d’intervento adottato ad Ottobre dalla Giunta comunale , che ha visto vanificare i suoi sforzi e che teme di dover imitare città quali Roma, Milano e Torino, fra le altre, che hanno optato per i blocchi del traffico, quale ultima spiaggia per fermare l’inquinamento ambientale.
Andreina Corso