NORD | Si ritorna a parlare dopo tanto tempo di influenza aviaria. Alcune analisi avrebbero dimostrato che in un allevamento del Bresciano alcuni capi presentavano contagio da «Lpai h5», un virus che appartiene ad una sottospecie della malattia più conosciuta che nel 2005 aveva scatenato l'allarme pandemia a livello internazionale. È meno grave ma, in alcuni casi, può provocare danni seri agli animali, mentre la trasmissione dall'animale all'uomo è molto improbabile.L'influenza aviaria è stata riscontrata una settimana dopo con un altro positivo, in uno stabilimento che si trova ad una cinquantina di 50 metri dal precedente.
Nella circolare emanata dal dirigente dell'Unità Veterinaria a tutte le Usl venete si legge «che si potrebbero verificare epidemie di particolare gravità ed eventualmente evolvere in virus ad alta patogenicità con rilevanti conseguenze per la produzione avicola e possibili pericoli per la salute umana».
Per questo in tutto il territorio del Veneto è stato ordinato il monitoraggio degli allevamenti di tacchini, di galline per la produzione di uova e dei volatili da riproduzione.
L'Unità Veterinaria, inoltre, ha ordinato a tutte le Usl del Veneto di effettuare il monitoraggio straordinario di tutti gli allevamenti sottolineando l'importanza di controllare i documenti relativi al carico e allo scarico degli animali. Nel mirino, evidentemente, i volatili provenienti dalla Lombardia e dalle altre regioni in cui si sono registrati alcuni ceppi di influenza aviaria.
L'influenza aviaria sarà contrastata anche con un ulteriore provvedimento che è stato firmato settimana scorsa e vieta «lo svolgimento, su tutto il territorio della regione Veneto, di fiere, mostre e mercati avicoli». Uno stop che prende di mira galline, tacchini e tutti i volatili da carne.
Mario Nascimbeni
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[30/09/2012]
titolo: INFLUENZA AVIARIA | Casi positivi, alzato l'allerta
foto: POLLI DI ALLEVAMENTO (REPERTORIO)
