Il 25 maggio 2013 è una data che Thomas Bognolo non potrà mai dimenticare. Quel lontano giorno il giovane pescatore che oggi ha 33 anni, è stato vittima di un incidente spaventoso che ha determinato la sua invalidità.
Lo ha reso paraplegico uno scontro avvenuto tra la sua imbarcazione condotta da Alex Saivezzo di 25 anni, e una bricola. Tutto è avvenuto nelle vicinanze del’isola delle Trezze, poco distante dal Canale Vittorio Emanuele III e Bognolo non ha retto alla forza dell’impatto, è caduto sbattendo la testa all’interno della barca e le conseguenze sono state talmente gravi da portare il giovane ad uno stato di coma e ad una invalidità permanente che i medici hanno definito del cento per cento.
Ora è tempo di risarcimenti veri e propri. In un primo momento l’assicurazione ha garantito alla famiglia oltre 600mila euro, ma ora la giudice di Pace della Sezione Penale di Venezia, Tiziana Cristante, ha previsto 1,8 milioni per Bognolo, E 500 mila euro da dividere tra i parenti stretti del pescatore.
A rispondere sono chiamati, Alex Seivezzo, anche lui pescatore e come il compagno residente alla Giudecca (entrambi lavoravano per la Cooperativa pescatori San Marco) e il Groupama Assicurazioni, mentre nessuna responsabilità è stata addebitata alla Cooperativa.
Bognolo e la famiglia si sono costituiti parte civile e alla presenza dei loro avvocati, ieri, in udienza sono stati ascoltati i consulenti tecnici, i medici, che con la loro deposizione hanno ribadito la gravità della condizione vitale di Thomas Bognolo e delle gravi conseguenze sulla famiglia. E in tal senso era stata fatta richiesta di un risarcimento di 10 milioni. Richiesta respinta da Saivezzo e dai suoi avvocati, ma la Giudice Cristante, stabilita la responsabilità del conducente e condannandolo per lesioni colpose, sembra aver scelto e deciso l’orientamento definitivo del risarcimento.
La compagnia assicurativa, in quanto incidente avvenuto sul lavoro, dovrà inoltre provvedere alle erogazioni pensionistiche Inail spettanti a Bognolo, vita natural durante, in considerazione della gravità dell’incidente di cui è stato vittima.