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In bilico tra sogno e realtà , la pittura di Lionello Trabuio nel segno dell'inconscio

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[06/08] Talvolta il connubio "Arte-Buona cucina" produce succosi frutti per lo spirito ed il corpo, procurando agli intervenuti autentici brividi di piacere non solo psichici. E' quanto mi è successo qualche sera fa nel corso della mia presentazione alla Mostra Personale di un Artista che stimo come uomo e come Pittore: LIONELLO TRABUIO.

L'Esposizione è stata allestita nel vasto salone dei banchetti dell'elegante e raffinato Ristorante " Ca' Nostra " in quel di MARCON di Venezia, immerso nel verde della nostra campagna. L'ampio spazio appariva come adornato dai dipinti donando agli ospiti un senso di armonica alleanza tra la "carne e l'anima" che, malgrado ogni dissertazione in materia, sembra accompagnarci costantemente durante il nostro percorso esistenziale.

 Tra gli invitati, tutti selezionati personalmente dall'Artista, il dott. Gianpietro PULEO Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di MARCON, in rappresentanza anche del Sindaco trattenuto da impegni precedenti, il quale ha voluto porgere un saluto ai presenti, tracciando un breve profilo del pittore e amico Trabuio congratulandosi per l'importanza dell'avvenimento, pronunciando auguri per la buona riuscita della Mostra stessa. 
La Manifestazione è stata ripresa dalla Rete TV Televenezia, che ha provveduto a programmare dai propri studi un ampio servizio trasmesso in seguito in diverse fasce orarie.

Ora, dopo il breve preambolo, a mio sentire necessario per suggerire l'atmosfera dell'evento, vorrei darvi il senso delle mie emozioni di fronte ai lavori di questo Artista marconese che, dopo aver girato il mondo con le sue opere, ritorna pur sempre nella sua terra di origine dove vive e lavora, lontano dal frastuono della città , avvolto dai profumi e dai silenzi di una natura sempre prodiga di regali elargiti senza nulla pretendere, da Lui assorbiti e tradotti in immagini e colori capaci di turbarci e farci pensare poichè ogni suo quadro risulta essere un compendio di stati d'animo che si irradiano verso l'esterno fino a raggiungere i sensi dell'osservatore il quale viene così risucchiato in quell'universo di fremiti, pensieri variegati che sono all'origine del prodotto dell'artista, dimostratosi in grado di generare tensioni mediante il sussidio delle componenti cromatiche, trasformantesi in urgenze psichiche, proiezioni di autentiche inquietudini e trepidazioni già  divenute immagini fantastiche, visioni dal significato universale. Forse per questo Trabuio non tralascia mai di titolare le proprie opere, proprio perchè avverte la necessità  di condividere con tutti le sue sensazioni, i tormenti e le ansie che gli procurano gioie e sofferenze declinate successivamente sulla tela, frutto di una continua analisi sui perchè della Vita, sul divenire di ogni accadimento che il quotidiano ci riserva, bello o brutto che sia.

La lunga militanza nel campo dell'Arte [ e della Vita ] ha portato Trabuio a considerare la pittura come un'ancora di salvezza, una valvola di sfogo di quell'accumulo di sofferenze che il destino gli ha riservato, ricordo a questo proposito un quadro emblematico visto in una precedente Esposizione: " Quella sera dipingere o impazzire " ( qui in testata ) nel quale una massa informale di colori sembra agitarsi alla ricerca di una via di fuga mostrandoci contemporaneamente una capacità  pittorica degna di nota per la giusta collocazione di ogni pennellata e l'uso accorto di ogni passaggio cromatico; insomma la disperazione tradotta artisticamente in un'opera colma di spasmi vitali urlanti al mondo il proprio disagio esistenziale.

Per questo suo processo evolutivo, considerando le iniziali, lontane radici di pittore figurativo, non potendo contenere più a lungo le strazianti urla che gli urgono dal di dentro ha deciso di " inventare " un suo proprio modus operandi, una pittura tutta sua che gli permetta di esprimersi senza confondersi con nessun altro artista prima di Lui: nasce da qui "IL TRASVISISMO - Vedere e non vedere per poi rivedere - " linguaggio di cui si dichiara il Precursore e che tanta fortuna ha portato alla sua maniera di palesarsi.

E' una calligrafia complessa in cui convivono due andamenti grafici: un fondo allusivamente descrittivo del soggetto o del paesaggio sopra al quale uno sfarfallio di eleganti pennellate "in corsivo", che possono ricordare il tipico "divisionismo italiano" ,accompagnano l'andamento coloristico, ora coprendo, altrove discoprendo l'intimistico racconto. Con questa tecnica ha realizzato delle splendide Venezie, immerse in una luce misteriosa in cui la Città  si svela solo a chi riesce percepire che quella là  sotto è l'Urbis anadiomene, che come Venere sorge dalla schiuma del mare, densa di una magia che l'Artista è riuscito a percepire per poi svelarla senza descriverla fisicamente, un velo coprente un mistero millenario che da sempre affascina le genti di tutto il mondo.

La condizione psicologica e filosofica si intravede in molte delle sue opere che hanno ormai travalicato il confine della realtà  per avventurarsi nel terreno del sogno ove ogni cosa si smaterializza per lasciare spazio ad una bellezza onirica dalle apollinee cadenze, dove il tempo si è fermato e gli alberi, l'erba, i fiori tutto appare motile ed evanescente con un tracciato dalle certosine pazienti pennellate, configuranti il complesso tutto alla stregua di una visione che sfugge ad ogni ordinamento psichico, che coglie lo spettatore quasi "in trance" per fargli assaporare il profumo della campagna stordito dalla luminosità  di un sole mentale che non conosce tramonto. Emblematiche in questo contesto le splendide "Quattro stagioni" che sommatizzano gli ultimi pensieri qui esposti, condensando nelle quattro grandi tele lo speciale approccio di Trabuio ad una Natura intonsa, virginale e densa, quanto non mai, delle struggenti note vivaldiane. Enfatizzando con ciò probabili, lontane reminiscenze di una infanzia che ha saputo, malgrado tutto, stratificare nel profondo del proprio Essere attimi di vissuta felicità .

Ma non sempre il " Trasvisismo " anima concezioni di felice convivenza con se stesso e con il mondo, spesso l'Artista con questa "sua" calligrafia delinea momenti tragicamente vissuti : " Febbre a 40, la paura di morire " oppure di realistica denuncia di un certo modo di vivere: "Gli uomini d'oro " per passare altrove in positivistiche visioni : " Vivere nella luce dell'amore " e " Famiglia nel trasvisismo ". Sempre, comunque, la declinazione appare figlia di una grande professionalità  donando autentiche apparizioni ricche di sfumature cromatiche e segniche contrapposizioni che si pongono quali nervature dei sentimenti.
Vorrei concludere questa mia breve analisi evidenziando che, al di la di ogni iperbole cromatica, la pittura di LIONELLO TRABUIO racchiude in sè un genuino senso di trascendenza, un' insita capacità  di sublimare ciò che tocca, regalandoci autentici momenti di incantamento.

Una Mostra, questa, destinata a lasciare tracce indelebili del percorso artistico di Lionello, ultima, ad oggi, di una serie di importanti Manifestazioni che lo ha visto protagonista negli anni precedenti, quali p.e. Mostre Personali a Venezia nel 2004 / 2005 / 2006 in siti prestigiosi come il "Palazzo delle prigioni - Palazzo Ducale ", " Saloni dell'Hotel Bonvecchiati - Terrazza Orseolo ", "Scoletta di San Zaccaria - Centro d'Arte San Vidal - U.C.A.I. ", invitato all'Estero nel 2008 alla "Tempra Accademy di Parigi" , nello stesso anno a MALTA nello storico Palazzo del "Mediterranean Conference Centre", ancora in Francia presso il "Centre Culturel Christiane Peugeot" e nuovamente a Malta nel 2009 invitato alla " Biennale Internazionale d'Arte di Malta " per rappresentare l'arte italiana, e poi negli U.S.A. e vari Paesi europei, sempre riscuotendo notevole successo di pubblico e di critica.

Per chi volesse vedere le opere del Maestro in toto può rivolgersi al suo Laboratorio e Galleria permanente, con visite su prenotazione: MOGLIANO VENETO ( TV ) - Via Torni n. 88/c - tel. 349.3013750

Mi fermo, accorgendomi che lo spazio consentitomi, come di consueto, si sta esaurendo, sperando di aver condiviso con i nostri lettori almeno una parte delle sensazioni che mi hanno accompagnato nel corso di questa serata.

Do, a chi mi segue, l'appuntamento alla prossima Mostra.

Venezia, Agosto 2010

Giorgio Pilla - Critico d'Arte

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