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Impronte digitali migranti, UE bacchetta l’Italia: anche con la forza

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Impronte digitali migranti, UE bacchetta l'Italia: anche con la forza!

Angela Merkel manda un messaggio chiaro dal congresso della Cdu in corso a Karlsruhe: un invito all’Europa perché tenga aperte le frontiere senza se e senza ma.
La crisi dei rifugiati resta. La Germania limiterà il loro numero in entrata. Ma Berlino non stabilirà alcun tetto agli ingressi.

Bruxelles intanto chiede all’Italia “un’accelerazione” nel “dare una cornice legale più solida alle attività negli hotspot, in particolare per permettere l’uso della forza per la raccolta delle impronte e prevedere di trattenere più a lungo i migranti” che rifiutano di farsi registrare.

Impronte digitali ai migranti che invece l’Italia non ha potuto o ha trascurato di attivare in maniera capillare, così ora l’Europa la bacchetta ricordando che l’obiettivo “da raggiungere senza ritardo” è quello del 100% nella raccolta dattiloscopica.

Il ministro dell’interno Angelino Alfano ribatte quasi subito spiegando che “in Italia le impronte digitali vengono registrate quasi ormai al 100%”, e di credere “che ci siano delle sentenze di Cassazione che autorizzano un uso della forza proporzionato per raccogliere le impronte digitali”.

La Commissione Ue passa però in rassegna lo stato di attuazione degli accordi presi da Roma con i partner europei e bacchetta sul ritardo nell’apertura degli hotspot, invitando ad accelerare e a dare un giro di vite, con una lista di “cose che ancora devono essere fatte a breve”.

Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, intervenendo al congresso della Cdu, ribadisce la necessità che Italia e Grecia realizzino i centri, mentre il commissario europeo Dimitris Avramopoulos a Milano spiega che tra Italia ed Ue non ci sono tensioni, e Alfano lancia la linea dell’intransigenza sui fotosegnalamenti.

Proprio sugli hotspot si concentra l’introduzione generale del documento. “Malgrado i sostanziali incoraggiamenti, solo uno dei sei previsti è pienamente operativo”, quello di Lampedusa.
E “la Commissione si aspetta che altri due centri, Pozzallo e Porto Empedocle, siano aperti a giorni”. Per i centri di Trapani, Taranto e Augusta invece, occorrerà aspettare i primi mesi del 2016, perché necessitano ancora di importanti lavori.

Bruxelles attira l’attenzione sulla mancanza di “controlli sistematici con database europei”. E invita ad adattare “i sistemi italiani per assicurare interconnessione con le banche dati internazionali”.

Viene anche evidenziato che “la Commissione aveva chiamato l’Italia a rendere operativi tutti gli hotspot secondo le scadenze previste”, per assicurare “pieno uso della capacità di detenzione, così come un rapido trasferimento dei migranti dagli hotspot ai punti di accoglienza di seconda linea, o nei centri di detenzione”.

Le registrazioni – si sottolinea – sono legate al meccanismo dei rimpatri (in totale sono 14.113 le persone rimpatriate dall’Italia nel 2015) e dei ricollocamenti che attualmente hanno raggiunto quota 153, ma a cui se ne aggiungeranno altri 112 nel mese di dicembre.

Redazione
15/12/2015

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