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Il Principe – il romanzo di Cesare Borgia. L’eleganza della letteratura di Leoni

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il principe

Non so quanti di voi abbiamo mai letto un libro di Giulio Leoni. A me capitò la prima volta quando ero ancora alle superiori e non nascondo di aver trovato una certa difficoltà nell’approcciarmi alle sue pagine così ricche e dense di fatti, con una prosa che, ai quei tempi, ancora non avevo sperimentato. Passano gli anni, ora ne ho 30, e grazie alla Casa Editrice Nord ho potuto di nuovo affrontare con una testa diversa un’opera di Leoni, in questo caso Il principe – il romanzo di Cesare Borgia e me ne sono innamorata. Vuoi per le ambientazioni, vuoi per la capacità dell’autore di portarti dentro a quell’epoca, ma questo è uno dei libri di genere più interessanti e solidi degli ultimi tempi.

Imola, dicembre 1502. Asserragliato in città con le poche truppe ancora fedeli, Cesare Borgia si trova a contemplare il tramonto di quello che è stato il suo grande sogno: dominare l’Italia intera. I capitani di ventura che lo hanno accompagnato fino a adesso lo hanno ormai abbandonato e ora si apprestano a tradirlo.
Cesare è in preda alla disperazione, con la mente che vaga tra i fantasmi delle sue passate vittorie. Ma come fosse un segno di benevolenza divina, proprio in quel momento le vedette annunciano il ritorno di Leonardo da Vinci, l’uomo cui il duca Valentino ha affidato il compito di ideare nuove armi e di rafforzare le difese dei nuovi domini. Un’improvvisa luce di speranza si accende nella cupa fortezza in cui si è rifugiato. E non è solo l’offerta di innovativi e terribili strumenti di distruzione a risollevare l’animo di Cesare. L’arrivo del maestro riaccende anche quella fascinazione reciproca nata nel corso del loro primo incontro a Milano, anni prima. E il dialogo si trasforma in un confronto tra due concezioni del mondo apparentemente agli antipodi, sebbene entrambe soggiogate da un desiderio spasmodico di bellezza: bellezza nell’armonia del corpo e della sua rappresentazione per l’artista, bellezza nella forma di un grande progetto politico per il condottiero. E, evocando il ricordo delle battaglie passate, insieme con squarci della difficile giovinezza di Cesare e delle sinistre premonizioni della sua fine, prende corpo l’intuizione per superare con un colpo magistrale l’attuale difficoltà: quando Leonardo gli illustra il progetto della sua Battaglia di Anghiari e la grande allegoria della crudeltà umana che ne sarà il cardine, nella mente del Borgia si forma a poco a poco un affresco altrettanto maestoso, quello che sarà il capolavoro politico del suo genio spietato.

Capita che i romanzi storici siano molto spesso caratterizzati da un uso considerevole di personaggi creando al lettore confusione e regalandogli un’accozzaglia di momenti che difficilmente, una volta concluso il libro, rimangono nella mente. Con Il Principe questo non accade, anzi, Leoni offre si un affresco delle personalità del periodo, ma decide con sapienza di soffermarsi proprio sull’uomo Cesare a cui fa riflettere l’uomo Leonardo. I loro discorsi sulla bellezza, sulle possibilità, sui sogni e progetti sono tra le pagine di letteratura più belle di sempre. Più che leggerli bisognerebbe ammirarli con la mente esattamente come si fa con un quadro, perché Leoni con la sua penna dipinge nella nostra immaginazione scene di vita straordinarie arricchite da dialoghi intelligenti e mai noiosi.

Il potere della collaborazione che si sprigiona dalla forza di due menti eccelse e che esplode su carta davanti ai nostri occhi diventa una lettura assolutamente esperenziale, quasi come se fossimo dei voyeur eletti, in grado di poter assistere a questo grandissimo incontro intellettuale e, alla fine, politico.

La figura del Valentino affascina nei suoi dubbi, nelle sue sicurezze, nei suoi sogni e nelle sue delusioni, un uomo con il grandissimo desiderio di lottare contro il destino e capovolgerlo. Leoni ce lo regala integralmente, donandoci l’uomo prima del personaggio politico, con una prosa elegante che risulta estramemente piacevole da leggere.

Sara Prian

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