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Il giudice: “Lo Stato non c’è, mi prendo una pistola…”

Parole gravissime di un magistrato che si procura un'arma non sentendosi tutelato

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Il giudice: "Lo Stato non c'è", mi prendo una pistola

Stanno facendo molto discutere, in Veneto, ma non solo, le parole di un giudice di Treviso, Angelo Mascolo, che ha annunciato pubblicamente l’intenzione di procurarsi un’arma. Anche e soprattutto per i termini usati a giustificazione: “Lo Stato non c’è – sono le parole di Mascolo – d’ora in poi sarò armato”.

Se sul fronte politico la presa di posizione ha trovato subito il sostegno della Lega, con il leader Matteo Salvini e il Governatore veneto, Luca Zaia, sul fronte delle toghe netta la dissociazione da parte dell’Associazione magistrati regionale, che ha annunciato di valutare provvedimenti nei suoi confronti, qualora i probiviri ne riscontrassero l’opportunità.

Tutto nasce da un fatto di cronaca apparentemente banale che il magistrato ha deciso di raccontare con una lettera pubblicata dai quotidiani veneti del gruppo Finegil. Mascolo era alla guida della propria auto e dopo aver superato un’altra vettura si è accorto che gli occupanti di questa avevano iniziato a inseguirlo, dando ‘colpi’ di abbaglianti.

Il giudice non si è fermato capendo che gli occupanti dell’altra auto avevano cattive intenzioni ed è riuscito a raggiungere una pattuglia di carabinieri, ai quali gli inseguitori hanno detto l’inseguimento era nato solo “per esprimere critiche” sul modo di guidare dell’uomo.

Ma da questo fatto è nata la riflessione del giudice Mascolo: “se fossi stato armato, come è mio diritto e come sarò d’ora in poi – ha scritto – che sarebbe successo se, senza l’intervento dei carabinieri, le due facce proibite a bordo della Bmw mi avessero fermato e aggredito, come chiaramente volevano fare?”.

Aggiungendo: “se avessi sparato avrei subito l’iradiddio dei processi (eccesso di difesa, la vita umana è sacra e via discorrendo) da parte di miei colleghi che giudicano a freddo e difficilmente (ed è qui il grave errore) tenendo conto dei gravissimi stress di certi momenti”.

L’Associazione Nazionale Magistrati del Veneto si è detta “sgomenta dinanzi alle esternazioni pubbliche del collega Mascolo. Se ne dissocia, riservandosi di interessarne il collegio dei probiviri per le valutazioni disciplinari”. “I magistrati veneti, a differenza del collega Mascolo – ha rilevato l’Anm – credono profondamente nello Stato e si impegnano ogni giorno a difenderlo e a difendere tutti i cittadini senza ricorrere alla violenza o alle forme di vendetta e omicidio, che il collega richiama a sproposito e pare anzi auspicare”.
E proprio a risolvere il caso di Mascolo, rincara l’Anm, “sono stati i carabinieri, che come tutte le forze dell’ordine, garantiscono con sacrificio la sicurezza dei cittadini”.

“Vedo che quando vieni toccato nel vivo, e penso anche a Celentano, ti accorgi che qualche piccolo problema di sicurezza c’è”. Queste le parole del segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, commentando l’iniziativa del giudice di Treviso.
“Il modello che presenteremo a Verona, perché presenteremo il nostro programma di governo sulla sicurezza e non sarà una manifestazione-sport, è la Svizzera – ha spiegato Salvini – dove c’è il servizio militare permanente per tutti i cittadini, educati all’uso delle armi”. “Quindi – ha concluso – il modello non è il far west americano, ma quello di una legittima difesa garantita sempre e comunque”.

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