Candidato a cinque Premi Oscar e vincitore di uno di essi, come migliore sceneggiatura originale, arriva sugli schermi una delle pellicole più acclamate di questa stagione, Her – Lei, un affresco delicato e a tinte tenui sulla tecnologia e i rapporti umani.
Theodore (Joaquin Phoenix) è un impiegato che lavora per una compagnia di comunicazione: attraverso Internet scrive lettere personali per conto di altri. Separatosi dalla moglie non riesce a rifarsi una vita e si rifiuta di firmare le carte del divorzio. Tutto, intorno a lui, è tecnologico e quando decide di installare sul pc e sul cellulare un nuovo sistema operativo, animato da un’intelligenza artificiale “umana”, ‘’Samantha’’ (Scarlett Johansson/Micaela Ramazzotti), inizierà con lei una relazione particolare.
Mondi virtuali, relazioni umani, pensieri e parole. La brillante struttura narrativa del film, creata dal suo sceneggiatore e regista Spike Jonze, è proprio incentrata su questi elementi, che ritmano la pellicola e si integrano come un ensemble, in armonia.
Equilibrio che per Theodore invece, è stato completamente stravolto dalla separazione appena avvenuta dalla moglie. Con l’avvento dei nuovi sistemi operativi ‘’umani’’ però, il protagonista tenterà di dare una svolta alla propria vita, in un mondo tecnologico, virtuale e futuristico come quello sapientemente riscostruito dalla scenografia presente, sottolineata a sua volta da una magistrale fotografia.
Quest’uomo infatti, solo in mezzo a tanta gente, riesce grazie all’aiuto della voce di ‘’Samantha’’ a sentirsi importante per qualcuno, a credere per l’ennesima volta nell’amore e nei sentimenti, ma soprattutto trova la voglia e il coraggio di fidarsi, cercando di far entrare qualcuno di buono nella propria esistenza e carpire qualcosa di positivo in lui/lei, per il/la quale, valga ancora la pena di credere.
Her-Lei, bellissima raffigurazione del presente e del futuro, si mostra così come una parabola dell’evoluzione, della rinascita (di Theodore e quella dei sentimenti che scaturiscono in Samantha) e dell’intera essenza umana, che per proseguire e svilupparsi, ha bisogno di continuare a credere ed affidarsi a ciò che di positivo c’è o scoprire, se è ancora nascosto (magari dietro ad una voce).
Il protagonista, un sempre controverso e ‘’maledetto’’ Joaquin Pheonix, con la sua interpretazione e i suoi sorrisi risalta ancora di più il valore e i messaggio di speranza insito nel film, risplende qui per la sua capacità di adattarsi ad un personaggio così delicato e mite (diverso da quelli interpretati finora) e far emergere l’innocenza, la sofferenza e la timidezza, nonostante la sua introversione, di Theodore.
La sensibilità di Jonze, la delicatezza espressa dalla voce di ‘’Samantha’’, così come i sorrisi delicati e i modi gentili ed inconsueti del protagonista, fanno sì che Her-Lei, riesca ad entrare facilmente nel cuore dello spettatore, per la sua semplicità, ma soprattutto per la capacità di rendere reale, pura e vera, un’opera incentrata sul futuro e sull’astratto.
Alice Bianco
[05/03/2014]
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