Credo che si arrivi ad un punto in cui non si sa più cosa dire e scrivere di un certo argomento. La situazione dell’Hellas Verona per me è uno di questi.
Dopo la buona prova contro la Sampdoria, dove la squadra aveva perlomeno dimostrato di giocare a calcio, è arrivata la disfatta di domenica con la Lazio. I ragazzi di Inzaghi sono una delle formazioni più in forma del momento ma i gialloblù non sono mai stati dentro il match.
Un tre a zero senza storia che hanno dimostrato lo straordinario momento di Ciro Immobile, il miglior attaccante italiano del momento.
Di contro è stata ribadita la pochezza del Verona, sia dal punto di vista di tecnica e organizzazione di gioco; solitamente sono contrario agli esoneri degli allenatori ma Fabio Pecchia non sta riuscendo a trasmettere nulla ai suoi uomini. Uomini che ascoltando le interviste post partita non sembrano più seguire il mister.
Il capitano Giampaolo Pazzini si è lamentato della scarsa voglia di provarci e dei tiri in porta. Insomma denota un atteggiamento rinunciatario.
Mattia Valoti dichiara che cercano di dare il massimo anche in ruoli non loro, come dire: l’allenatore mi fa giocare fuori posto, che posso farci?
La salvezza non si raggiunge certo con un goal segnato in sei partite (su rigore) e incassando tre reti di media a partita. Qualcosa non va e vederci aspetti positivi che confermino la fiducia in Pecchia, è abbastanza assurdo.
Viene davvero da domandarsi cosa abbia spinto Setti e Fusco a rinnovare nuovamente la fiducia, se non l’amicizia del direttore sportivo con l’allenatore.
Quale luce vedono in fondo al tunnel? Come possono cambiare improvvisamente le cose se il metodo di allenamento e di gioco è sempre uguale?
Pazzini è perennemente da solo a lottare contro le difese, tutto lo stadio si rende conto che dovrebbe avere una seconda punta vicina, tranne chi è seduto in panchina. Mille moduli diversi e uomini spostati ogni volta in una zona del campo diversa, per ottenere gli stessi deludenti risultati.
Perché queste nuove generazioni di allenatori non si rendono conto che il calcio è un gioco semplice? Il buon vecchio 4-4-2 e il terzino che fa il terzino, l’ala che fa l’ala e il mediano che fa il mediano fanno tanto schifo?
Ha ragione l’ex giocatore e Ds scaligero Mauro Gibellini, ora la squadra deve giocare da provinciale; correre più degli altri e sopperire alle lacune tecniche con la grinta e cattiveria.
Il tempo per recuperare c’è ancora e per questo la società non può restare immobile a sperare nel miracolo.
Molti tifosi si lamentano del mutismo del presidente, che dovrebbe spiegare in conferenza la situazione e rispondere a molte domande.
Sinceramente non comprendo perché debba parlare, cosa servono le parole? Cosa pensate possa dire di un penultimo posto e di zero vittorie?
Preferisco il silenzio e l’azione, una azione forte e decisa in grado di invertire la rotta.