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Gravity, quando la forza di volontà è maggiore di quella di gravità

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gravity con george clooney

Presentato Fuori Concorso e film d’apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2013, “Gravity” la pellicola sci-fi di Alfonso Cuarón, arriva sugli schermi nostrani promettendo di restituire lo stesso alto tasso di tensione ed eccitazione che molti hanno già potuto sperimentare in sala e non, da mesi, vedendone il trailer.

La dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock) e l’astronauta Matt Kowalsky (George Clooney) stanno effettuando delle riparazioni ad una stazione orbitante nello spazio, quando si troveranno costretti ad affrontare una tempesta di detriti galattici. L’impatto è devastante, la loro stazione viene distrutta e i due si ritrovano a vagare nello spazio, nel disperato tentativo di sopravvivere e trovare un modo per tornare sulla Terra.

Dimenticatevi delle atmosfere alla Star Trek o alla Star Wars, Gravity è uno sci-fi movie, ma ancorato alla realtà e all’istinto di sopravvivenza tipicamente umano. Il sapore iniziale di blockbuster viene immediatamente sopito grazie alla sensazionale performance della protagonista, una Sandra Bullock, che, trovandosi al centro della vicenda, facendo leva sulla mente e sullo spirito d’iniziativa, riesce a sostenere l’onere e l’onore di sfidare la sorte e l’universo stesso.

Oscurità, oblio, forza di volontà e coraggio, questi sono gli elementi che si respirano durante tutta la visione del film. La normalità che scaturisce all’inizio, grazie anche alla comicità del co-protagonista Clooney, sono solamente il preludio alla seguente tragica ed avventurosa circostanza.
Ed è proprio nell’universo più nero che la dottoressa Stone sprofonda, inteso come quello fisico che le sta intorno, ma anche quello morale. Scoraggiata e comprensibilmente agitata, si ritroverà ad affrontare lo spazio immenso che la circonda, contando solamente sulla propria forza, in balia degli eventi, ma sospinta da un’unica regola: non mollare mai.

È senza ombra di dubbio la Bullock a sostenere e a rendere la pellicola un degno ed interessante viaggio lunare, ma è anche grazie al turbine di emozioni, tensione a mille e batticuore, che dopo 90 minuti si riesce a provare una forte empatia per la protagonista e vicinanza alla storia. Il 3D inoltre, aiuta lo spettatore a catapultarlo in prima persona nello spazio, ritrovandosi a fare i conti con se stesso e con il “e se capitasse veramente? Cosa farei?”

Cuarón con Gravity, affidandosi al genere dei disaster movie, riesce perfettamente nell’intento di tenere attaccato allo schermo lo spettatore, fa vivere un’avventura ai confini della Terra e dimostra ancora una volta la bravura della già premio Oscar, Sandra Bullock.

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