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Furti nelle tombe al cimitero di Mestre, era la ditta delle lampade votive

Dapprima il furto dei fiori dal loculo del proprio congiunto e da ultimo la sottrazione della lampada votiva. La polizia risolve il giallo con le telecamere

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Sconcerto, turbamento ed angoscia, questi i sentimenti con cui tre cittadini di Mestre hanno reso denuncia ai poliziotti dell’omonimo Commissariato in merito ad alcuni furti avvenuti presso il locale cimitero comunale, sulle tombe dei loro congiunti.

Tutto ha inizio ai primi di maggio, quando una delle vittime, stanca di aver ripetutamente subito dapprima il furto dei fiori dal loculo del proprio congiunto e da ultimo la sottrazione della lampada votiva, si decide a informarne gli agenti del Commissariato di Polizia di Mestre che raccolgono la denuncia e fanno scattare le indagini con l’installazione di videocamere, utili ad incastrare i manolesta.

Nel frattempo la stessa vittima incarica del ripristino della lampada votiva la stessa ditta alla quale in precedenza ne aveva commissionato l’acquisto.

Qualche settimana dopo dalle indagini a chiamare i medesimi poliziotti è il responsabile del cimitero comunale il quale informa gli investigatori di aver ricevuto una comunicazione scritta da parte dei titolari della ditta preposta ai lavori di ripristino della menzionata lampada votiva, in cui gli stessi segnalavano che da un loculo situato in fianco a quello dove loro stavano operando, era stata asportata la fiamma in vetro che l’abbelliva.

In verità, quella segnalazione scritta si è poi rivelata solo pretestuosa in quanto, come permetterà di accertate l’esame delle riprese delle videocamere installate, ad effettuare il furto segnalato erano stati proprio i due titolari della ditta.

Ad essere inchiodati per il furto, come pure per altri due episodi furtivi (la sottrazione di due guarnizioni da un’altra tomba e l’asportazione di una fiamma in vetro da un altro loculo) sono stati proprio i titolari di quella ditta, immortalati dalle citate telecamere.

Alla luce dei filmati in questione gli agenti del Commissariato hanno convocato presso i loro uffici i due che in un primo momento hanno negato ogni addebito. Successivamente uno dei due ha ammesso le proprie responsabilità senza però volerne rendere formale dichiarazione.

Il loro comportamento, che ravvisa la fattispecie del reato di “furto aggravato”, è stato segnalato, con denuncia in stato di libertà, alla locale all’Autorità.

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