Franco Birolo, tabaccaio di Civè, non deve essere condannato perchè ha sparato per ‘legittima difesa’, ha sparato per difendere se stesso, i propri familiari e i propri beni.
Questa, in estrema sintesi, il pensiero del pm Benedetto Roberti che ha formulato la richiesta di assoluzione per il tabaccaio che nel 2012 a Civè di Correzzola, nel Padovano, ha ucciso Igor Ursu, un ladro di origine moldava che nel cuore della notte, si era introdotto nel suo negozio per rubare.
Il fatto è avvenuto il 26 aprile di tre anni fa. Durante la notte il tabaccaio, che abita in un appartamento proprio sopra la sua tabaccheria insieme alla moglie e alla figlia, è stato svegliato dal gran chiasso che proveniva dal negozio. Ha così impugnato la sua pistola, legittimamente detenuta, ha sceso le scale ed ha visto la vetrina del negozio sfondata da un’auto (risultata poi rubata) e un uomo che caricava la merce in macchina. Improvvisamente ha visto un’ombra che gli stava arrivando alle spalle, probabilmente un complice per attaccarlo con qualcosa in mano, ed ha fatto fuoco.
Franco Birolo ha poi fermato Gheorghe Neagu, l’altro ladro, anche lui di origine moldava, fino all’arrivo dei carabinieri.
Ieri la ricostruzione del fatto in tribunale, nella quale il pm Roberti, ha chiesto al giudice Beatrice Bergamasco di assolvere il tabaccaio per non aver commesso il fatto e per aver agito in legittima difesa putativa. Secondo il rappresentante dell’accusa infatti, le condizioni che hanno spinto Birolo a sparare sarebbero state tali da giustificare le sue azioni.
Prossima udienza il 26 novembre, giorno in cui parleranno anche gli avvocati della madre e della sorella di Ursu che, seguite dai legali Paola Miotti e Eleonora Danieletto, si sono costituite parti civili.
Redazione
16/10/2015
Riproduzione vietata