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Emilia l’elefante – Il favoloso viaggio dei personaggi in cerca di libertà

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Emilia l'elegante

Se da piccoli avete letto un libro come Il Vento tra i Salici di Kenneth Graeme, oltre ad aver avuto un’infanzia bellissima, sapete quanto possano essere interessanti e profondi i libri con protagonisti gli animali. Per questo motivo il libro di cui vi voglio parlare oggi ha come protagonista proprio un animale e fa parte delle ultime pubblicazioni della Iperborea: Emilia l’elefante di Arto Paasilinna. Certo il libro di Graeme antropomorfizzava gli animali della foresta, mentre qui Emilia è un elefante, non parla (anche se si fa capire) e rimane tale nonostante viva tra gli umani, agisca con intelligenza e comprensione, ma questo non toglie nulla, anzi, alla potenza comunicativa dell’opera.

Chi conosce la bibliografia di Passilinna sa che anche questa volta la voglia di libertà e di liberarsi dall’oppressione, saranno un punto focale del suo racconto cosparso da personaggi straordinari e sopra le righe che accompagnano il lettore in situazioni alquanto assurde e strampalate che non mancheranno di strappare un sorriso.

Corre l’anno 1986 quando al Circo Finlandia, a Kerava, nasce una stella, che a sei mesi sventola già fiera con la proboscide la bandierina finlandese e in pochi anni conquista il Circo di Mosca e parte in tournée sulla Transiberiana, allietando i passeggeri con la danza dei cosacchi. Ma l’Unione Sovietica è ormai al collasso, il circo al tramonto, e l’Europa si mette pure a vietare ogni esibizione di animali esotici, per quanto dotati di ben più talento di tanti umani commedianti. All’intrepida padroncina Lucia Lucander non resta che salire in groppa alla pachidermica compagna di mille ribalte e lanciarsi nel circo del mondo per riportare Emilia tra i suoi simili. Comincia così la loro acrobatica odissea dalle piane del Satakunta alle foreste del Pirkanmaa, dalla regione dei laghi alla Carelia e poi alla volta del Sudafrica, in fuga da eco-complottisti e macellai megalomani, con l’aiuto di un pompiere, un gestore di minimarket e un latifondista in pene d’amore, sotto la benedizione di un prete maniaco-suicida e di un industriale fallito intento a costruirsi un sommergibile per farne un museo sottomarino.

Solamente dalla trama potete capire in che mondo state per inoltrarvi. Un mondo fatto di picareschi personaggi in cerca del senso della loro vita, in cerca di un qualcosa che rimetta in moto la loro esistenza, in cerca di una libertà mentale e fisica di cui Emilia è il simbolo.

Nata in cattività, vissuta al fianco di Lucia come animale da Circo e da compagnia, si trasforma ben presto in un simbolico inno del ritrovare il proprio ambiente quando si è stati per troppo tempo ingabbiati in qualcosa che non apparteneva alla propria natura. Ed ecco che allora tutti gli uomini e le donne che Emilia incontra, vogliono aiutarla a raggiungere la sua casa, nel posto che le spetta, perché in lei vedono quello che vorrebbero fare loro: evadere e ritrovare loro stessi.

Non c’è una persona (tranne i due macellai) nel percorso di Emilia e Lucia che si opponga al proseguimento del viaggio, tutti si offrono di darle ospitalità, di trovarle una stalla abbastanza grande in cui passare la notte, fare collette per farle avere da mangiare e quant’altro, tanto da sembrare quasi tutto fin troppo artificioso. Ma non lo è. Basta comprendere il simbolismo insito in Emilia ed ecco che il racconto di Paasilinna prende ancora più significato ed importanza e noi, da lettori, siamo in grado di accettare queste vicende surreali e questa solidarietà che ci sembra così lontana dalla società moderna (ricordiamo che comunque il libro è ambientato negli anni ’90).

L’elefante nelle allegorie, soprattutto orientali, rappresenta la saggezza e la pazienza, oltre che auspicio di buona fortuna e tutte queste caratteristiche Emilia le trasmette agli individui che incontra e ai quali, in un modo o nell’altro, cambia la vita.

Emilia l’elefante è un racconto appassionante e dolce, leggero e pieno di sottotesto che si lascia leggere con semplicità e che, oltre a far sorridere, a tratti persino emoziona.

E allora se, in coda in autostrada, vi volterete e troverete un elefante a percorrerla con voi, non vi preoccupate: potrebbe essere Emilia che ha deciso di tornare per salutare, un ultima volta, tutti gli esseri umani che l’hanno aiutata e per i quali lei è stata un esempio per cambiare la propria disposizione d’animo.

Sara Prian

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