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Disabilità, un progetto di vita nella legge Dopo di noi. Convegno a Mestre

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Dopo di noi, è il pensiero costante dei genitori nei confronti dei propri figli vittime di uno svantaggio e il loro incerto futuro è nelle mani di una società che ancora poco agisce nei loro confronti, che non ha maturato una civica sensibilizzazione nei confronti delle persone più deboli.

L’AnffasVeneto Onlus e UILDM Venezia Onlus hanno organizzato, con il patrocinio del Comune di Venezia – Assessorato Coesione Sociale e Sviluppo Economico, sabato, presso il Teatro Momo di Mestre, il Convegno: “DOPO DI NOI. Percorso di autonomia di vita”.

Scopo del convegno è la divulgazione della legge 112/16 sul Dopo di Noi: “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno famigliare” che contiene importanti disposizioni per affrontare il futuro delle persone con disabilità gravi attraverso la costruzione di un progetto di vita.

Anni di impegno, di volontà di fatica, da parte dei genitori, di madri, soprattutto, che rivendicano il diritto ad un futuro possibile per i loro figli, seguendo strade impervie e travagliate, hanno portato all’approvazione di quella legge, che ora dovrà essere applicata e quindi richiama con forza le istituzioni a formulare ipotesi e ad attivarsi per creare le condizioni che permettano a chi è colpito da grave disabilità, di poter sperare nel domani.

Il testo è importante perché per la prima volta nell’ordinamento giuridico vengono individuate e riconosciute specifiche tutele per le persone con disabilità quando vengono a mancare i parenti che li hanno seguiti fino a quel momento. L’obiettivo del provvedimento è garantire la massima autonomia e indipendenza delle persone disabili, consentendogli per esempio di continuare a vivere nelle proprie case o in strutture gestite da associazioni ed evitando il ricorso all’assistenza sanitaria. Il testo liquidato dal Senato estende le tutele anche a quei soggetti che pur avendo i genitori ancora in vita non possono beneficiare del loro sostegno. Viene però specificato che «tali misure sono definite con il coinvolgimento dei soggetti interessati e nel rispetto della volontà delle persone con disabilità grave, ove possibile dei loro genitori o di chi ne tutela gli interessi».

La norma si inserisce in un contesto giuridico che solo dal 1992, con la legge 104, ha cominciato a occuparsi di questa materia. Fu proprio questa norma a introdurre la nozione di «disabile grave» ovvero «un soggetto che a causa di una minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente continuativo e globale». Sei anni più tardi, nel 1998, con la legge 162 sono stati organizzati presso Comuni, Regioni ed enti locali programmi di aiuto alle persone disabili. Ma fino ad oggi non era previsto nessun regime particolare per le persone disabili a cui viene a mancare il sostegno familiare.

Il ‘Dopo di noi’ stabilisce la creazione di un fondo per l’assistenza e il sostegno ai disabili privi dell’aiuto della famiglia e agevolazioni per privati, enti e associazioni che decidono di stanziare risorse a loro tutela. Sgravi fiscali, esenzioni e incentivi per la stipula di polizze assicurative, trust e su trasferimenti di beni e diritti post-mortem. Ogni anno, poi, entro il 30 giugno il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha l’obbligo di presentare una relazione per verificare lo stato di attuazione della legge. Mentre sul tema il Governo dovrà produrre adeguate campagne d’informazione.

Il Fondo, si legge nell’articolo tre della legge n° 2232, è compartecipato da regioni, enti locali e organismi del terzo settore. Avrà una dotazione triennale di 90 milioni di euro per il 2016, 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni dal 2018.

I requisiti per l’accesso al Fondo, saranno individuati dal ministero del Lavoro entro sei mesi dall’entrata in vigore del testo. Le Regioni dovranno definire i criteri per l’erogazione dei finanziamenti, la verifica dell’attuazione delle attività svolte e le ipotesi di revoca dei finanziamenti.

I soldi del Fondo potranno essere usati per realizzare «programmi e interventi innovativi di residenzialità» come il co housing e favorire l’indipendenza dei disabili «in abitazioni o gruppi – appartamento che riproducano le condizioni abitative e relazionali» della casa d’origine. Con questo fondo si potranno anche sostenere progetti per lo sviluppo dell’autonomia dei disabili privi di assistenza che non rientrano in queste strutture.

Le agevolazioni fiscali previste dalla norma sono di due tipi: detrazioni sulle spese sostenute per sottoscrivere polizze assicurative e contratti a tutela dei disabili gravi. Esenzioni e sgravi su trasferimenti di beni dopo la morte dei familiari, costituzione di trust e altri strumenti di protezione legale. (fonte Espresso n.d.r.).

Il pubblico, numeroso e motivato che ha seguito i lavori al teatro Momo, conta sulla sensibilizzazione di quello che ancora viene chiamato problema e i genitori presenti lavorano da anni e con fatica per l’integrazione dei loro figli in una società molto in ritardo in questo senso.

Questa legge che riconosce i diritti è buona cosa, ma per la sua realizzazione c’è bisogno dell’impegno di tutti e di capire che la difficile esistenza di quelle persone e delle loro famiglie, è una realtà che ci riguarda e che pretende giustizia.

Andreina Corso

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