I dati entusiastici sui nuovi posti di lavoro erano sbagliati. I nuovi numero dimezzano a 327.758 i nuovi occupati. In particolare sono stati completamente rivisti i dati su apprendistato e collaborazioni.
La tabella diffusa due giorni fa diceva che i posti di lavoro a tempo indeterminato attivati tra gennaio e luglio di quest’anno erano stati 630.858 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Non era vero.
Ieri c’è stata l’ammissione dell’errore: l’aumento c’è ma i posti di lavoro in più sono la metà, 327.758.
Altre correzioni: la prima tabella, ieri sparita dal sito del ministero, diceva che i contratti cessati nello stesso periodo erano quasi 700 mila. Quella pubblicata ieri, invece, ne indica quasi un milione.
Alla fine, in ogni caso, cambia poco in proiezione Jobs act: già nei mesi scorsi era chiaro che i posti di lavoro non stanno aumentando, quella che sta crescendo è la fetta di contratti a tempo indeterminato, o meglio a tutele crescenti e quindi senza più l’articolo 18.
Redazione
27/08/2015
Riproduzione vietata
Non posso che condividere su tutto… Un paese in cui corruzione, malversazione, sfruttamento del lavoro dilagano scarica ogni responsabilità sui lavoratori, sulle famiglie e sulle future generazioni.
I dati entusiastici sono diffusi dalla stampa che appartiene alle stesse forze economiche che controllano le economie occidentali. Esistono versioni in lingua inglese di noti giornali italiani (di cui non faccio il nome) che riportano dati entusiastici sulle riforme di Renzi per dimostrare alle élite mondiali che il nostro paese si sta “modernizzando” e “liberalizzando”. La realtà è che si va verso la più grande crisi mai vista dal 1929 e le politiche neo-liberiste non faranno altro che aggravare una situazione sempre più esplosiva.
Avv. Gianluca Teat