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Dannate Ragazze, un libro dolorosamente travolgente

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dannate ragazze

Ci sono autori che affilano le parole, le rendono dei punteruoli, dei coltelli affilati pronti a penetrarti la pelle ad ogni pagina dei loro libri. Autori che attraverso una prosa semplice, che arriva a tutti, riescono a scalfirti, a farti deglutire ad ogni riga, a pressarti, a metterti tensione e a spaventarti con i demoni interiori che abitano nelle persone, negli adolescenti. Robin Wasserman fa parte di questi talenti e con il suo Dannate Ragazze, edito da Harper Collins, riesce lì dove un semplice young adult non arriva, facendoti accartocciare lo stomaco e facendoti sentire sempre più piccola davanti alla cattiveria e ai mostri che abitano nella mente e nel cuore dei giovani.

Novembre 1991. La notte di Halloween Craig Ellison, star della squadra di basket della scuola superiore di Battle Creek, si avventura nel bosco da solo e scompare. Tre giorni dopo lo ritrovano con una pallottola in testa e una pistola in mano, e quel gesto all’apparenza inspiegabile sconvolge profondamente i membri di quella tranquilla cittadina della Pennsylvania, già turbati da voci inquietanti sulla presenza di sette sataniche nella zona. Hannah Dexter, diciassettenne brillante ma solitaria, incontra Lacey Champlain poco tempo dopo la tragedia. Capelli nerissimi, look goth e una passione per Kurt Cobain che sfiora l’ossessione, Lacey è una ragazza carismatica e dal fascino perverso che si insinua nella vita e nella mente dell’impressionabile Dex, plasmandone il carattere a propria immagine e somiglianza fino a risvegliare una parte ribelle e oscura di lei che le trascina in una spirale di violenza sempre più febbrile e pericolosa.

Dopo la spirale di dolore e sofferenza, ma sempre con un velo di leggerezza, mostrata nella serie campione di ascolti di Netflix “13”, ecco che con “Dannate Ragazze” si torna a parlare di bullismo, emarginazione, adolescenza e gerarchie scolastiche ma in un modo completamente diverso. Wasserman ci mette davanti alla cattiveria vera e propria dell’essere umano, alla sua capacità di prendere la vita di un altro e renderla un inferno sottoponendola alle più grandi torture psicologiche e anche fisiche. Un libro questo che ti entra dentro, che ti fa soffrire, senza riuscire mai a patteggiare per un personaggio piuttosto che per un altro.

Non esiste, infatti, una forza in campo positiva, non esiste un eroe, non esistono vinti nè tantomento vincitori, qui esiste solo la gioventù bruciata che dagli anni ’90 ad adesso non sembra aver fatto grandi passi avanti. Qui si parla di quelle stesse ragazze raccontate da Sofia Coppola nel “Giardino delle Vergine Suicide”, si parla di ragazze perse in turbine di emozioni, incapaci di decifrarle, di distinguere il bene dal male. Sono ragazze che lottano con demoni interiori che sembrano imbattibile, è una discesa agli inferi fatta di alcool, sesso, spinelli che non sembra in grado di far rivedere le stelle.

“Dannate ragazze” cambiando ad ogni capitolo punto di vista, ci permette di comprendere meglio i fatti, dandoci una visione onniscente di quello che sta accadendo, mettendo il lettore in grado di comprendere che niente è come sembra, che tutto può cambiare da un momento all’altro e che non esiste mai una sola versione di quello che accade.È un mondo in disfacimento, una società borghese piena di falle, di maschere e di fantasmi, di incapacità di dialogo, all’insegna del più forte, il più furbo, di chi ferisce per prima per non essere ferito a sua volta. Tutti in guardia, tutti amici, tutti nemici.È uno sguardo sofferente all’adolescenza più cupa che Wasserman sa descriverci con attenzione, indagando le mille forme della solitudine e di come essa possa manifestarsi. Un racconto che possiamo definire antropologico, tagliante e dannatamente pungente che vi entrerà sottopelle, lasciandovi come persi e stravolti da emozioni che solo libri scritti con intelligenza e passione riescono a trasmettere.

Sara Prian

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