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Cronache di un gatto viaggiore – L’imperdibile delicatezza della storia di due anime

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Da quando lessi Io & Marley ho capito che i libri con protagonisti gli animali avevano forse qualcosa di più da dire di tutti gli altri. Un punto di vista diverso, meno consono e super partes per farci comprendere al meglio questa vita.

Ed è così che mi sono bastate poche pagine per innamorarmi del libro di Hiro Arikawa, Cronache di un gatto viaggiatore edito da Garzanti, che riesce a conquistarti nella sua semplicità di trama, ma anche da una tecnica narrativa sublime che alterna la terza persona onnisciente alla prima del gatto.

Nana è un gatto randagio che vive di espedienti. Con la sua bizzarra coda a forma di sette, è fiero della sua indipendenza. Ma un giorno ha un incidente. A salvarlo e a prendersi cura di lui è Satoru. Nana all’inizio non si fida di lui, graffia e si ritrae. Non è abituato all’affetto degli uomini. Anche Satoru da tanto tempo non permette a qualcuno di avvicinarsi. Eppure capisce subito come far cambiare idea a Nana: un po’ di cibo, una cuccia calda, qualche coccola furtiva. E tra i due nasce un’amicizia speciale che riempie la loro vita.

Fino al giorno in cui Satoru, dopo aver perso il lavoro, deve trasferirsi e non può più occuparsi di Nana. È allora che i due decidono di fare un viaggio, su una vecchia station wagon color argento, per trovare un nuovo padrone tra le amicizie di Satoru. Tra filari di betulle bianche, peschi e canne di bambù, attraverso un Giappone pieno di colori, profumi e panorami dal fascino infinito, incontrano il migliore amico di Satoru da bambino, la prima donna che ha amato e poi perso e il suo compagno di scorribande delle medie. Ma nessuno di loro può prendersi cura di Nana. Sarà invece quest’ultimo ad arricchire le loro vite ricordando quali sono le cose importanti, quelle che regalano gioia e serenità. E quando il viaggio è quasi alla fine, il gatto e il suo padrone capiscono che non possono fare a meno l’uno dell’altro. E che, qualunque cosa accada, vogliono stare insieme. Nonostante tutto. Nonostante ci sia una verità che Satoru non ha il coraggio di dire a Nana. Eppure non ha più importanza. Perché il loro legame durerà per sempre.

Arikawa ha assolutamente tutto sotto controllo: capitoli equilibrati, storia avvincente e un protagonista come Nana saggio ed irresistibile. Attraverso il viaggio che compie assieme al suo padrone scopriamo di più sull’essere umano e sulla vita che accomuna un po’ tutti rispetto a qualsiasi altro libro che si propone di fare lo stesso usando però archetipi letterari pesanti. Un viaggio alla riscoperta del passato di Satoru che riapre vecchie ferite e ne rimargina delle altre, un percorso che ognuno di noi dovrebbe intraprendere per scoprirsi ed imparare non solo da sé stessi, ma anche da chi ha fatto parte della nostra vita. Magari avendo accanto un compagno sincero, in grado di comprenderci e guidarci quando sembra che abbiamo perso la rotta.

Una via crucis agrodolce, commovente e sincera in grado di toccare le corde giuste del cuore e farci sorridere e commuovere con la delicatezza che solo la letteratura di genere orientale è in grado di fare. Arikawa pone sullo stesso livello l’essere umano e l’essere animale non facendo differenze di alcuna sorta, ma donando ai suoi due protagonisti un canale speciale di comunicazione che gli eleva e ci fa venire voglia di migliorarci ed assomigliare un po’ di più a loro.

È un percorso che il lettore si appresta a fare, un viaggio emozionante che ci lega alla storia di queste due anime che si intrecciano e trovano l’una nell’altra il coraggio di superare anche i momenti più bui. Nana non è molto diversa dalla volpe del Piccolo Principe: è consapevole del valore del suo padrone, sa attenderlo ed è saggio, sa che se tornerà randagio non avrà perso niente perché avrà comunque guadagnato quei 5 anni assieme a Satoru e questo è uno degli insegnamenti più importanti che il libro, con la sua saggezza tipica orientale, riesce a darci. Dobbiamo apprezzare quello che abbiamo e quello che abbiamo avuto senza rimpianti, senza pensare a quello che, invece, abbiamo perso; solo così possiamo arricchirci davvero e diventare esseri umani migliori.

Cronache di un gatto viaggiatore è uno di quei libri che bisognerebbe regalare a tutti, lasciandosi cullare dalla delicatezza di una storia struggente, ma che anche sa lenire ogni dolore. Imperdibile.

Sara Prian

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