Deve aver capito male la sentenza, o non gli era ben chiaro ciò che essa rappresentava. Fatto sta che si era posizionato nei pressi dello stabilimento balneare “Naviglio” di Chioggia il cittadino senegalese K.A., 36enne, che, provvisto di due borsoni colmi di capi di abbigliamento di false griffe, da porre in vendita ai bagnanti, è stato fermato e controllato dai poliziotti del Commissariato dell’omonima località.
Più approfonditi accertamenti effettuati sulla sua identità personale hanno permesso di verificare che l’uomo si era reso responsabile del grave reato di “evasione”, dato che a suo carico pende un provvedimento di detenzione domiciliare, per effetto della relativa misura disposta nei suoi confronti dal Tribunale di Sorveglianza di Venezia, dovendo scontare, presso il suo domicilio di Padova, la pena di anni 1, mesi 10 e giorni 15 di reclusione con fine pena il 5.5.2018.
Appurata tale circostanza, le manette sono scattate ai polsi del senegalese che, espletate le formalità di rito, è stato trattenuto presso gli Uffici della Questura in attesa dell’odierno rito per direttissima.
Condotto dinanzi all’A.G., la misura precautelare è stata convalidata ed il senegalese rimandato agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Padova.
Nel contempo, i fatti accertati sono stati altresì oggetto di apposita segnalazione al Tribunale di Sorveglianza, competente in materia, per le valutazioni del caso ovvero l’applicazione della più afflittiva misura della detenzione in carcere.
Non di meno, per il possesso della merce contraffatta che il senegalese tentava di vendere, i medesimi poliziotti hanno proceduto a deferirlo all’A.G. con l’accusa di “introduzione e commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione”, sequestrando l’intera mercanzia.
eppure basterebbe così poco per debellare definitivamente la contraffazione su qualsiasi prodotto. soluzioni economiche e semplicemente implementabili come Validactor che oltretutto è una soluzione italiana, metterebbero in ginocchio l’intera filiera della contraffazione