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Chiamata in codice rosso dal centro migranti di Cona: meningite

Il caso riguardava un diciannovenne proveniente dal Bangladesh. Paura per una possibile epidemia. E subito è tornato alla mente il recente decesso della giovane 25enne ivoriana. Fortunatamente, dopo qualche ora, gli accertamenti escludevano il tipo di meningite più pericoloso

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Un caso di meningite al centro di accoglienza di Conetta (Cona). Un caso che a molti fa ritornare alla mente il recente decesso della giovane 25enne ivoriana e tutti i problemi di promiscuità che gli oltre 1000 migranti ospitati si portano dietro.

Il caso di meningite di Cona riguarda un diciannovenne proveniente dal Bangladesh che ora si trova ricoverato nel reparto di malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Il giovane è stato ricoverato la notte scorsa con diagnosi di sospetto meningo-encefalite.

Tutte le procedure sanitarie sono state attivate, è però esclusa dagli accertamenti una meningite di tipo batterica invasiva, quindi l’azione di profilassi, già predisposta, non è stata attivata, mentre sono in corso da parte dell’autorità sanitaria, in collaborazione con le autorità competenti, tutte le necessarie azioni di monitoraggio e controllo.

Sono state ore di apprensione sabato notte al centro di accoglienza di Conetta, il giovane del Bangladesh, ha accusato un malore che si è rivelato essere verosimilmente meningo-encefalite. Un ceppo non contagioso del batterio, ma solo nelle ore successive sono arrivate le risposte delle analisi, quindi l’allarme epidemia è rientrato dopo molte ore di paura.

L’Usl 3 Serenissima ha escluso la meningite di tipo batterica invasiva. Al punto che non è nemmeno stata predisposta la profilassi antibiotica per gli operatori venuti a contatto con il diciannovenne che ora è ricoverato nel reparto Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliera di Padova.

All’arrivo dei sanitari, il giovane era in stato febbrile, agitato. Ad assisterlo il personale della Cooperativa che opera nel centro di Cona. Ai sanitari del Suem che sono subito intervenuti con una chiamata in ‘codice rosso’ è subito tornato alla mente il caso di 15 giorni prima, quando avevano trovato su quello stesso letto del ‘pronto soccorso’ del centro il corpo privo di vita della giovane ivoriana Sandrine Bakayoko, stroncata da una tromboembolia polmonare.

Ansia e preoccupazione per il personale intervenuto e per gli operatori della cooperativa Edeco hanno cominciato a salire sempre di più mentre veniva a concretizzarsi un quadro di sospetto di meningo-encefalite, tanto che il paziente, in un primo momento trasportato al pronto soccorso di Piove di Sacco, è stato immediatamente trasferito nel reparto Infettivi dell’Azienda ospedaliera di Padova, dove è arrivato alle 22.18.

L’Ulss veneziana ha fatto immediatamente partire il piano per l’eventuale intervento farmacologico di profilassi, attivando le Farmacie ospedaliere di Chioggia e Mestre. Ma poco prima che fosse pronto per far fronte al pericolo di una epidemia è arrivata la notizia che ha scongiurato il peggio, ovvero che il ceppo di meningite che ha colpito il diciannovenne bengalese non è di tipo invasivo e contagioso.

Pur non ravvisando, dunque, la necessità di interventi di profilassi, l’Azienda sanitaria continua a monitorare la situazione igienico-sanitaria presso il Centro di assistenza di Cona, in collaborazione con Prefettura, Questura e Amministrazione Comunale.

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