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Chiamami col tuo nome – La passione agrodolce di Aciman

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“Call me by your name” di Luca Guadagnino sta facendo parlare di sé ad Hollywood, diventando protagonista dell’ awards season 2018. Ma prima di un grande film con il giovane Timothy Chalamet e Armie Hammer, Chiamami col tuo nome è un immenso e potente libro di André Aciman, edito da Guanda. Un libro che sa trasportarti tra i profumi e gli odori della Riviera in un’ estate degli anni ’80, in una passione fugace, intensa che fa vibrare ogni pagina di una tensione sessuale forte di un climax crescente e lo si capisce già dalla copertina: un unico mare, due persone che si tuffano e si fondono insieme, diventando una cosa sola.

Vent’anni fa, un’estate in Riviera, una di quelle estati che segnano la vita per sempre. Elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel Ponente ligure. Figlio di un professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per la sua età, il ragazzo aspetta come ogni anno «l’ospite dell’estate, l’ennesima scocciatura»: uno studente in arrivo da New York per lavorare alla sua tesi di post dottorato. Ma Oliver, il giovane americano, conquista tutti con la sua bellezza e i modi disinvolti. Anche Elio ne è irretito. I due condividono, oltre alle origini ebraiche, molte passioni: discutono di film, libri, fanno lunghe passeggiate e nuotate. E tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto inatteso, vissuto fino in fondo, dalla sofferenza all’estasi.

Come si diceva in precedenza, Chiamami col tuo nome, è uno di quei libri in grado di generare una fortissima tensione sessuale già dalle primissime pagine, già dal primo sguardo scambiato tra i due protagonisti. Una tensione che cresce pagina dopo pagina, mantenuta con maestria da Aciman che sa benissimo dove condurre il lettore, sa fin dove portarlo al limite e nel momento in cui senti di non poterla più sostenere, quando anche tu, come Elio, sei al limite, al culmine, ecco che lì l’autore la rilascia, colpendoci con tutta la sua potente passione. Eppure non sembra fare del male del tutto, è anche come una rosa che accarezza la guancia di un’altra persona: ti può pungere, irritare, ma  leggera e necessaria al fine di provare lo stesso brivido che percorre la spina dorsale delle forze in campo.

Una prima persona che permette al protagonista di condividere con noi lettori i pensieri, trasformando la sua pelle nella nostra, permettendoci di percepire la sua sofferenza, il suo amore, la sua intera esistenza. Sì perché, molte volte, una vita si decide lì al fine dell’adolescenza, quando si è con un piede nell’età adulta e l’altro nell’infanzia, quando si ha ancora voglia di giocare, ma le pene d’amore sembrano essere crisi senza fine, tragedie senza via d’uscita, quando il cuore palpita irrazionalmente e ti insegna, cicatrice dopo cicatrice, pelle dopo pelle, a capire cosa sia l’amore vero.

Chiamami col tuo nome è la storia di un amore romantico in grado di cambiare intere esistenze, in grado di superare oceani e anni, di lasciare però quel gusto agro dolce della passioni brucianti, che non si dimenticano mai.

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