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Cassano story, le Cassanate che hanno fatto storia

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Un dribbling sui social network, in ‘lite’ con la moglie per prima smentire e poi annunciare il suo addio definitivo non solo al Verona ma anche al calcio giocato, e’ l’ennesima, forse l’ultima, delle ‘cassanate’.

Il copyright del neologismo appartiene a Fabio Capello e risale all’epoca in cui alleno’ Antonio Cassano alla Roma – arrivandoci pure alle mani, ma tirandone fuori il meglio in campo – e poi ancora al Real Madrid, dove il rapporto fu pessimo.

La scena di Cassano che imita il tecnico friulano sul campo del Bernabeu, mentre Ronaldo e Cannavaro si sganasciano dalle risate, gli costo’ il posto in squadra.

Il termine – che indica i colpi di testa, le uscite autolesioniste, le provocazioni di ‘Fantantonio’ – e’ da tempo entrato nella Treccani e nel gergo di tutti i giorni.

I suoi bersagli preferiti sono gli allenatori e nel 2001, mentre e’ con Under 21, Claudio Gentile scopre quanto e’ difficile gestirlo. Cassano resta in panchina contro la Romania ed il giorno dopo lascia il ritiro.

Nella sua prima esperienza in una grande squadra, alla Roma, Capello inizialmente riesce a domarlo, nonostante qualche screzio per le troppe panchine o un “vaffa” (puntualmente immortalato dalle telecamere) rivolto al tecnico friulano. Ma nella finale di Coppa Italia (stagione 2002-’03) contro il Milan, il barese fa il gesto delle corna all’arbitro Rosetti che lo ha appena espulso.

Con Delneri, chiamato al posto di Rudi Voeller, il rapporto e’ difficilissimo ed anche peggiore con Spalletti. Pure l’amicizia con Francesco Totti si rovina. E’ ora di cambiare aria. Passa al Real Madrid.

Comincia bene, andando a segno all’esordio contro l’Atletico Madrid. E’ un’illusione.
Capello lo utilizza pochissimo, fino alla storia dell’imitazione non gradita.

Cassano torna in Italia. E’ il momento piu’ basso della sua carriera. Le ‘cassanate’ spaventano.

La Sampdoria gli getta un salvagente prendendolo in prestito dal Real. Ed il ragazzo risorge. I suoi assist ed i gol di Pazzini portano i doriani ai preliminari di Champions. Ma Mr. Hyde e’ in agguato.

Marzo 2008, a Marassi, contro il Torino, si fa ammonire, protesta e arriva il secondo giallo. Apriti cielo. Si leva la maglia e la lancia contro l’arbitro Pierpaoli, poi cerca di aggredirlo. Una follia
che gli costa cinque turni di squalifica.

La stagione successiva litiga con il presidente Riccardo Garrone. Si chiude male anche il capitolo Samp. Intanto si e’ sposato con la pallanotista Carolina Marcialis.

Nel 2012 la ‘cassanata’ approda in azzurro. All’Europeo in Polonia, alla vigilia della partita contro la Croazia, se ne esce cosi’: “Gay in nazionale? Sono problemi loro. Ma spero di no…”. In breve arriva la marcia indietro, ma le polemiche ormai sono difficili da contenere.

Nel gennaio 2011, il Milan decide di dargli fiducia. Anche in rossonero parte bene, ma a settembre si deve fermare per un’operazione al cuore. Resta fermo per sei mesi. L’estate successiva passa all’Inter e, durante la conferenza stampa di presentazione, Cassano attacca l’ad rossonero Galliani: “Mi ha preso in giro, promette ma poi non mantiene la parola. Faceva tanto fumo e poco arrosto”.

Siamo al 2013. In nerazzurro litiga con il tecnico Stramaccioni. Multa salata ed esclusione.

La ‘cassanata’ ha colpito ancora.

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