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Carte di credito clonate, polizia smantella banda di mestrini. Indagine partita da un tassista con lo skimmer

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La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica Presso il Tribunale di Venezia, ha tratto in arresto in flagranza di reato 3 persone, denunciandone in stato di libertà altre 8, per appartenenza ad un’organizzazione criminale dedita alla clonazione di carte di credito, ricettazione, truffe e falsi.

E’ stata sgominata così una ramificata e strutturata associazione per delinquere che nel corso di circa un anno è riuscita ad ottenere indebiti profitti per centinaia di migliaia di euro.

Gli arresti sono stati eseguiti nel comune di Venezia, nei confronti di:
S.F. di Mestre, G.P. di Mestre, N.P. di Mestre, tutti classe 1966, tutti pregiudicati anche per reati specifici, uno dei quali con elevate capacità informatiche.

Durante le perquisizioni è stato rinvenuto materiale che ha confermato l’impianto accusatorio, con carte di credito clonate, hardware e software necessario alla clonazione delle carte, numerose tessere bancomat e pos relativi a conti correnti di varie ditte inesistenti, nonché materiale cartaceo che documentava la complessità e la capillarità dell’organizzazione criminale (foto).

Il modus operandi consisteva nella clonazione di carte di credito di ignari cittadini, nella maggioranza turisti stranieri, presso diversi esercizi ed attività sul territorio veneziano, grazie a dipendenti “infedeli” oppure di titolari collusi all’organizzazione criminale.

Parallelamente, venivano costituite società fittizie o acquisite società di comodo alle quali intestare conti correnti bancari. Tali società venivano così dotate di apparati pos e tessere bancomat. Le carte di credito clonate venivano strisciate su tali apparati simulando operazioni inesistenti, così da far confluire il denaro della transazione in frode sui conti correnti delle società “fantasma”.

La fase finale dell’operazione è consistita nel rintracciare e perquisire tutte le “teste di legno”, ossia coloro che, per conto dell’organizzazione, figuravano quali Amministratori delle varie ditte fittizie o che si prestavano a cedere il POS dei loro esercizi commerciali per eseguire transazioni con carte di credito clonate per poi spartirsi le somme indebitamente ottenute.

L’operazione della Squadra Mobile di Venezia è stata denominata “Taxi Driver”, in funzione del fatto che l’indagine trae origine dall’attività di clonazione era stata attivata dal dipendente di una ditta di taxi, uno degli indagati appunto, che clonava le carte di credito di clienti, tutti stranieri per rendere maggiormente difficoltoso l’accertamento della frode nella transazione.

Paolo Pradolin

31/10/2014

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