Succede. E accade che un bambino in carrozzella sogna di fare un giro in gondola a Venezia, che un gondoliere si interroghi sui disabili che faticano a vivere e visitare la città lagunare che ha fatto impazzire Goethe e Brodskij, e che lo comunichi ai suoi colleghi e amici.
E perfino può capitare che una città speranzosa e in pompa magna segni un passo nella direzione dei diritti. Assessori regionali, ministero della Difesa, istituzioni locali, associazionismo e volontariato: tutti presenti ad una specie di varo, dove l’unica strumentazione presente calava bimbi e adulti in una gondola vibrante di colori rossi e oro. Insomma una cerimonia in piena regola. Tutta occupata la zona di Piazzale Roma: cittadini, passanti, bambini di una scuola di Mestre, curiosi e intenti ad osservare il tutto.
Sarebbe piaciuta l’iniziativa al prof, Enzo Cucciniello, così attento a questo tema dall’istituto Universitario di Architettura di Venezia, che con i suoi lavori già trent’anni fa costruiva i presupposti per Venezia, per una città accessibile, fruibile da tutti. Lo rivediamo alle prese con l’intendenza dei Monumenti, con le leggi nazionali, con le istituzioni, con quel nuovo concetto di ergonomia che voleva mettere insieme tutti i saperi e le competenze a favore delle persone svantaggiate.
Tant’è. Le sue mappe per i ciechi, i suoi progetti sono affidati alla memoria storica di chi può o volesse recuperarli. Rimane comunque positiva anche questa iniziativa che mette insieme il fare costruttivo ed ecologico delle ditte che hanno approvato e fatto nascere la strumentazione, forse nascerà una gondola ad hoc in grado di ospitare agevolmente le carrozzelle; i gondolieri con “Gondola4all”, promotori Alessandro Dalla Pietà ed Enrico Greifenberg, hanno dimostrato una grande sensibilità, le istituzioni soddisfatte si sono rallegrate e hanno assegnato ben cinquantamila euro per il progetto.
Quindi? Ecco che alla cronaca non resta che fare il suo dovere. E dire che Venezia non è affatto una città accessibile, che i suoi bei ponti, i suoi palazzi, le sue strade sona una via crucis.
Che gli anziani non escono di casa perché non ce la fanno a scendere e salire le scale.
E che la città non può diventare la vetrina delle illusioni mostrando un disabile in barca (ammesso che gradisca il sentirsi esibito), che i problemi non risolti sono tanti e che anche l’ondata turistica dovrebbe impararlo e saperlo.
Certo, una cosa ben fatta rimane. Ma i toni trionfalistici possono attendere e lasciare spazio all’impegno quotidiano per rimuovere l’indifferenza e affermare i diritti di tutti e di ognuno..
Il sogno di quel bambino è anche quello degli adulti che non riescono più a sognare.
Andreina Corso
12/03/2016
(cod gondo4all)
l’intervento mi è piaciuto assai. Mette a fuoco l’incongruenza dell’operato di coloro che hanno amministrato la città (……e ciò ben dal 1993 ) e la loro vergognosa incapacità di “valorizzare lo spirito” dell’unicità di questo capolavoro dell’Uomo…..Rincorrono il turismo distruggendo Venezia.