C’è già chi gode all’idea dell’inizio della stagione estiva, del mettere i piedi fra la sabbia e di salutare le amate capanne. Ma sono proprio loro, le capanne, nell’occhio del ciclone dei controlli e da quest’anno dovranno essere non solo più presentabili, ma anche espressione di un paesaggio curato e in armonia con l’ambiente che le accoglie.
Nasce un problema strategico sulle autorizzazioni, sulle licenze e sui tempi di attuazione di questa pseudo rivoluzione marina.
Se ne sono occupati in Procura i Referenti istituzionali comunali, la Polizia locale, la Soprintendente ai Beni Culturali di Venezia Emanuela Carpani, coordinati dal Procuratore aggiunto Adelchi d’Ippolito, che hanno preso in mano la matassa ingarbugliata, per cercarne il bandolo liberatorio.
La cronaca ci dice che il Tribunale del Riesame aveva revocato l’istanza di sequestro di gruppi i capanne, richiesto dal pm Crupi, ma mancano le autorizzazioni previste, quella paesaggista è una assoluta e sconosciuta novità e nonostante tutti cerchino di affrontare la situazione, l’impresa appare ardua, come spiegano da Venezia Spiagge, “Ci serve tempo per riposizionare le capanne, tutt’oggi a riposo lontano dalle rive, senza le autorizzazioni, compresa l’Asl, non possiamo ripristinare i bar, i bagni i servizi in generale”.
Niente da fare per l’auspicata Festa del primo Maggio che il Sindaco aveva previsto per l’inaugurazione delle spiagge: dovrà forzatamente essere rinviata e nel frattempo ogni soggetto deputato al funzionamento di questo atteso e storico appuntamento annuale, dovrà assumersi la responsabilità di presentare quanto richiesto, a meno che la Procura e la Guardia di Finanza non consentano con un’ulteriore revoca, di guadagnare il tempo perduto.
Redazione
14/04/2016
(cod capave)
Peccato che questo primo maggio non si possa inaugurare “l’apertura” della spiaggia del Lido di Venezia. Speriamo che facciano qualcosa al più presto per farsi perdonare.