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Blocco contratti pubblica amministrazione finora illeggittimo, lo dice sentenza della Corte Costituzionale

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Dipendenti pubblici, niente rinnovo del contratto

Blocco contratti pubblica amministrazione? Per tutto questo tempo è stato illeggittimo: avevano ragione le rappresentanze sindacali. Lo ha dichiarato ieri la Corte costituzionale.
I dipendenti pubblici, in realtà, prenderanno questa sentenza e se la metteranno in saccoccia aspettando ancora, in quanto essa stessa precisa che non c’è niente da fare per il passato: quello che è stato è stato, i contratti di lavoro del pubblico impiego sono congelati dal 2010 e così sarà anche domani perchè quello che hanno detto i giudici non ha funzione retroattiva.
Può tirare così un bel respiro di sollievo il governo Renzi che se avesse dovuto affontare un fronte “arretrati” avrebbe dovuto trovare nelle casse dello Stato fino a 35 miliardi di euro, secondo i conti dell’Avvocatura generale.
Blocco contratti pubblica amministrazione in atto, cioè a dire ufficializzato con provvedimento ufficiale, dal governo Monti, dopo che nel 2010 aveva ritardato i rinnovi il governo Berlusconi. Ed ora, dopo la sentenza di aprile sui tagli ai pensionati e tutti i problemi che ci si trascina con la ‘Legge Fornero’, la gente si chiede: ma quante ne hanno fatte questi?
La Corte Costituzionale ha dichiarato «con decorrenza dalla pubblicazione della sentenza», l’illegittimità costituzionale «sopravvenuta del regime del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico», quale risultante «dalle norme impugnate» che prevedevano il blocco dal 2010 al 2013, e «da quelle che lo hanno prorogato» nei due anni successivi.
I sindacati confederali ora chiedono al governo immediata «l’apertura delle trattative per rinnovare subito i contratti di 3 milioni e mezzo di lavoratori», mentre la sentenza incontra il plauso di Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia: «Il blocco dei salari non ci è mai piaciuto perché è un taglio lineare per eccellenza: ora la politica dovrà accettare di confrontarsi con la sfida di una vera spending review che riguardi i costi del personale garantendo scatti salariali a chi fa il suo dovere e smettendo di attribuire retribuzioni variabili a pioggia».

Laura Beggiora

25/06/2015

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