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Bimbo nato morto all’Angelo, pm chiede condanna di 2 anni e mezzo

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Inizia con un rinvio la causa per la morte della neonata Tasnim all'Angelo

La vicenda dolorosa riguarda un bimbo nato morto con il sospetto di inadempienze da parte del medico che aveva in cura (ed ha seguito durante la gravidanza) la partoriente.
Ora per il dottore viene chiesta una condanna a due anni e mezzo per omicidio colposo, senza il riconoscimento delle attenuanti generiche.

Questa la richiesta, al termine della sua requisitoria, del pubblico ministero Rita Cameli per il medico del consultorio, finito sul banco degli imputati per la morte del neonato. Il processo si svolge davanti al giudice monocratico Sonia Bello e ieri è arrivato al momento della discussione.

Secondo la ricostruzione del pubblico ministero la famiglia, di origine nigeriana, residente a Mogliano Veneto, si era affidata al medico del consultorio perché seguisse la loro seconda gravidanza. La donna in gravidanza sarebbe stata sofferente di obesità e diabete, ma aveva già concluso positivamente una prima gravidanza, con un altro medico.
Al secondo parto, invece, all’ospedale all’Angelo avvenne l’evento avverso: neonato nato morto.

Le accuse dicono che la donna potrebbe non essere stata curata adeguatamente per il diabete in gravidanza, dicono che i coniugi non avessero percepito i rischi e si sarebbero aspettati dal ginecologo le indicazioni che, invece, non arrivarono. L’imputato, infine, non si sarebbe scusato con la famiglia.

Condanna e risarcimento di 500mila euro sono anche le richieste degli avvocati Giuseppe Romano e Pretty Gorza, che si sono costituiti parte civile per la coppia.

L’avvocato Giuseppe Sarti, difensore dell’Ulss come responsabile civile, ha invece negato la responsabilità del ginecologo del consultorio. Il medico stesso ha sempre sostenuto la correttezza del proprio comportamento.

Prssimo appuntamento: 11 ottobre, parlerà il difensore e poi la sentenza.

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