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Biennale di Venezia, Leoni d’Oro di grande qualità

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Biennale di Venezia, Leoni d'Oro di grande qualità

Prosegue il momento d’oro della Biennale di Venezia. Dopo l’annuncio di Sam Mendes come presidente di giuria della 73esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, il Cda della Biennale nei giorni scorsi ha decretato anche a chi verranno assegnati i Leoni d’Oro alla carriera per i settori danza, musica e teatro, con scelte di grandi qualità.

Per la danza, il riconoscimento è stato dato alla coreografa francese Maguy Marin. Famosa per il suo ”May B”, nato su frammenti di testi beckettiani nel 1981 e ancora oggi rappresentato sulle scene di tutto il mondo, esprime la potenza drammatica del suo stile.
Il Direttore Virgilio Sieni l’ha proposta: “Per il suo lavoro di ricerca attraverso il corpo e lo spazio, che di volta in volta è andato a costruire un atlante di scoperte dove il senso d ell’arte ha rivelato la complessità dell’uomo contemporaneo, mettendo in relazione i sentieri dell’umano con gli spazi necessari della ricerca coreografica”.

È italiano invece, il compositore e musicista, Salvatore Sciarrino (aveva esordito alla Biennale nel 1969), Leone d’Oro alla musica. ”Sciarrino è universalmente riconosciuto come una delle voci più originali e autorevoli del nostro tempo” – così ha motivato la scelta il Direttore Ivan Fedele – ”ha dedicato la propria esistenza all’arte del comporre con spirito di ricerca e invenzione incessanti, che lo hanno portato a scoprire un mondo sonoro inaudito dando un impulso decisivo al rinnovamento della musica contemporanea e dimostrando come la musica, per rinnovarsi e ritrovarsi, debba uscire dalla propria forma storicizzata per farsi esperienza d’ascolto in cui lo spettatore è al centro di fenomeni misteriosi e quasi ancestrali”.

Il Direttore della sezione Teatro, Àlex Rigola, ha invece proposto il regista inglese Declan Donnellan. Uno tra i più influenti ad aver affrontato i grandi classici della drammaturgia di tutto il mondo, pescando nel teatro elisabettiano, giacobino e della Restaurazione, nonché in quello classico tedesco e francese, nel siglo de oro del teatro spagnolo, in quello russo, ma anche nella grande letteratura. Rigola ha motivato così la scelta: “Per la sua profonda fiducia nel testo. Per la sua capacità di avvicinare i testi classici al pubblico contemporaneo conservando intatta la capacità di lettura. Per aver messo gli attori al centro del suo lavoro riuscendo ad ottenere il meglio da loro”.

Redazione | 14/05/2016 | (Photo d’archive) | [cod biennave]

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