Bepi Fongher, come già tanti anni fa aveva detto un pescatore li sa riconoscere i segni che raccontano il destino della laguna. Lui campione grandissimo e stimato, con i suoi egregi 82 anni, è in grado, come ha fatto tanti anni fa quel pescatore intervendo in un convegno di scienziati muniti di statistiche e percentuali, di raccontare la laguna e la sua storia, partendo da un semplice, ma specialissimo elemento: la conoscenza della laguna e del suo habitat.
Lui li ha visti con i suoi occhi gli esiti della scavatura del Canale dei Petroli, conosce i fondali, sa come pescare e come riconoscere i problemi. Ed è per questo che il suo punto di vista è importante.
Bepi Fongher avverte: la laguna a lato del Ponte della Libertà richiede una accurata pulizia, si dovevano svuotare gli archi e non è stato fatto. I molluschi ora si attaccano dove possono, la laguna rischia addirittura di diventare uno stagno. Se manca l’ossigenazione, le conseguenze saranno gravi per tutto l’ecosistema, bisogna fare attenzione che la laguna non diventi un catino, che le correnti garantiscano un flusso e riflusso corretto.
Va ripensato l’intervento su bonifiche dossi e barene, al fine di salvare una morfologia lagunare in grado di dar vita a tutti quegli elementi naturali che nell’acqua ci vivono e che come la sogliola di “quel pescatore “ presa d’esempio “allora” e oggi in qualche modo resuscitata dalle osservazioni di Bepi Fongher, raccontano nel tragitto vitale dei pesci, meglio di ogni altro esempio, le loro e nostre vicissitudini.
Andreina Corso
(foto: remiera Pellestrina)