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Ater e Isee: gli onesti potrebbero andare via ma ci sono già tante case vuote

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Scandalo Ater, veneziani poco sorpresi. E Zaia puntava gli inquilini

Stasera guardando il tg di ANTENNA TRE Venezia, ho ascoltato l’appello della Vice Sindaco Luciana Colle rivolto all’Ater:

– «L’ATER ABBASSI GLI AFFITTI DI NEGOZI E CASE POPOLARI»

Sono rimasta alquanto stupita, dall’entrata in carica del Sindaco Luigi Brugnaro ho sentito sia in video che ascoltato e letto dalla stampa questa frase dallo stesso pronunciata:

– Gli inquilini degli alloggi pubblici si preparino a fare le valigie, chi occupa un alloggio più grande o ha un reddito alto dovrà lasciare l’alloggio.

– Se non corrisponde al vero mi si smentisca, ne sarei lieta, non voglio calcare la mano e mi scuso se nell’impeto questa mia non è scritta bene ma, l’umiliazione e l’impotenza mi prendono l’emozione.

Dal sito ATER – Venezia, 15 novembre 2017– La nuovaLegge Regionale n. 39/2017,appena approvata, prevede nuovi requisiti per l’ accesso e la permanenza negli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica.

– Si sa quanto in questo periodo gli assegnatari ONESTI di tali alloggi si siano dati da fare a recarsi premurosamente ai CAAF per la compilazione dell’ISEE da inoltrare all’INPS e poi all’ATER. Si sa bene che l’ISEE di 20.000:= euro è un’ISEE alquanto bassa che penalizza i lavoratori a reddito fisso ed i pensionati che vengono a pagare il canone d’affitto sul lordo degli emolumenti e sui risparmi ricavati dagli stipendi a reddito fisso e dalle pensioni. Per chi gode della partita IVA ed occupa un alloggio popolare la situazione è ben diversa. Faccio prendere buona nota che l’ISEE non viene calcolata sulla situazione attuale ma, sulla situazione pregressa, esempio per il 2018 si tiene conto della dichiarazione dei redditi del 2016 e dell’estratto conto del 2017. Per chi, è cambiata la situazione in peggio non c’è rimedio, pagherà un canone d’affitto che non si può permettere. Secondo LOGICA e MATEMATICA è giusta ed equa una tale LEGGE?

– Ora del dopo elezioni la sorpresa, La Vice Sindaco fa un appello all’ATER perchè diminuisca i canoni di affitto di alloggi e di locali adibiti ad attività commerciali. Il tessuto urbano nè risente, CI PENSANO ORA?

– Vorrei che la Vice Sindaco invitasse l’Ater di Venezia alla supervisione a livello di sicurezza anche a Venezia centro storico, dove si pagano canoni sociali alti, canoni non EPR ancora più alti, su alloggi non in regola con i livelli di sicurezza a causa della mancata manutenzione spettante all’ATER e non solo, ci sono casi in cui dopo anni su condomini vecchi si sia costretti a subire di situazioni di disagio create nel passato. Mandi un’ispezione su quanti alloggi ATER sono chiusi da chissà quanto tempo, posso fare da cicerone. Dia un contratto a chi da anni avendo stipulato un contratto non ERP ora si trova con il contratto scaduto e con niente in mano.

– Chiedo se sia giusto e mai possibile essere doppiamente umiliati, considerata la situazione economica generale in cui ci troviamo, dover essere messi in difficoltà e con le spalle al muro da leggi che ci rendono la vita, solo misera sopravvivenza.

– Ricordo all’ATER di Venezia ed al Presidente delle Regione del Veneto, Luca Zaia, di guardare al netto delle entrate degli inquilini e di pensare che col netto si deve anche vivere. Oltre a pagare il canone d’affitto ci sono le bollette, il vitto e, sopratutto si deve pagare la Sanità che ha detta del Presidente è la migliore d’italia a detta mia NO, dobbiamo pagarci tutto e quasi sempre per fare un esame diagnostico od una visita specialistica bisogna provvedere a regime privato se si vuole sperare di curarsi.

Cordiali saluti.

Patrizia Pensa

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6 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. vorrei sapere ma l’indicatore è l’isee o isr o isp o ise non è molto chiaro i 20000 euro dovrebbero uscire da quale voce per essere un pò a rischio aumento canone

  2. Per beneficiare di queste tre misure, è indispensabile presentare il modello Isee ogni anno. L’attestazione Isee deve essere rilasciata senza difformità o morosità e sempre ogni anno devi controllare che i requisti, valutati in base all’indicatore Isee, non siano mutati.

    • Scusi ma lei non ha capito: qui non è il problema di come fare l’ISEE…
      Il problema è che l’ISEE viene “ricco” per chi ha un lavoro dipendente, un pensionato, per chi dichiara insomma…
      viceversa chi continuava ad evadere continuerà ad evadere (e ci sono “profesionisti” a Venezia che risultano vicino alla soglia di nullatenenti poi le mogli hanno le borse da 1000 euro, a gennaio e febbraio vanno alle Canarie, fanno le vacanze d’esate e inverno in montagna…) e l’ISEE in questo senso agevola i furbi…
      poi ci sono le situazioni falsate: conosco il caso di una vedova che paga circa 500 euro al mese di affitto perchè è dipendente e sua figlia lavora, con molti sacrifici dopo una vita di lavoro è arrivata a mettersi via quasi 10.000 euro in banca, sua figlia, invece, dopo qualche anno di lavoro si è messa via tutto per farsi una famiglia ed ha circa 20.000 euro in banca. Assieme fanno un “patrimonio” di 30.000 e questo coporterà quasi sicuramente che dovranno lasciare la casa…
      Ma chi l’ha detto che i risparmi di una figlia devono costituire patrimonio dell’intestataria del contratto di affitto??
      E lasciare la casa oggi vuol dire lasciare Venezia: è impensabile per un reddito medio-basso pagare gli affitti che chiedono o pensare di comprare casa… ma qusto losanno tutti benissimo…
      è un’altra spallata per liberare la città dai residenti fastidiosi… così vanno in campagna…
      Più chiaro adeso?
      Luisa – Castello

  3. Grazie al Prof. Mozzatto, alla Sua iniziativa ed alla solidarietà espressa. vorrei sperare che questa dichiarazione della Vicesindaco non sia una campagna elettorale a favore del Sindaco, dopo queste elezioni politiche in cui i veneziani d’acqua si sono espressi con il voto al centro-sinistra dopo aver votato un Sindaco di destra. Ripensamenti e pentimenti?.
    cordiali saluti

  4. Concordo pienamente e invito i veneziani ad unirsi per evitare che questa legge si traduca in ulteriore esodo!
    Riporto sotto il mio appello inviato il 23.1.2018 a Regione e Comune, che però pare inascoltato, nonostante qualcuno si riempia la bocca di autonomia e federalismi…

    Prof. Fabio Mozzatto – Venezia
    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
    “Alla Regione Veneto:
    -al Presidente Zaia,
    -all’assessore Lanzarin

    Al Comune di Venezia
    -al signor Sindaco
    -all’Assessore Colle

    Oggetto: APPELLO: Legge Regionale 39/2017 di riforma locazioni alloggi di Ater e Comuni:
    una “caporetto” per la residenzialità a Venezia e ulteriore esodo che la città non può sopportare, e che potrebbe essere pure controproducente per le casse E.R.P.

    Si prega cortesemente di protocollare la presente, inviata in base al DPR 445/2000 e s.m.i., unitamente a documento sottoscritto e scansione documento di identità.

    Gentilissimi,
    dopo anni di esodo che stanno facendo morire la città, non posso che esprimere forte preoccupazione per la residenzialità a Venezia e per il probabile ulteriore esodo che la nuova legge ragionale (39 del 3 novembre 2017) sugli alloggi Erp di comuni e Ater potrebbe causare nella nostra città.

    Da quel che apprendo infatti, la legge prevede che chi supera 20.000 euro di ISEE-ERP entro due anni avrà lo sfratto, e nel frattempo pagherebbe un canone massimo da definire con l’art. 49.

    Premesso che è indubbio che gli alloggi sociali siano destinati ai meno abbienti, non credo che mandare in strada un pensionato perché magari ha 21.000 euro di reddito netto, o una famiglia perché magari, dopo anni di risparmi per tutelare minimamente il futuro proprio e dei propri figli o anziani, ha accumulato magari 50.000 euro.

    Con tale cifra a Venezia non si acquista nemmeno un magazzino con acqua alta, e gli affitti a residenti sono di fatto introvabili in Centro Storico.
    Quindi inevitabile sarà l’esodo da Venezia anche per il ceto medio e medio basso

    Credo che, per la specificità di questa città, il cui mercato immobiliare è dedicato sempre più a turisti e studenti, Venezia meriti dalla Regione la Regione e dal Governo un provvedimento di deroga di salvaguardia, una clausola specifica che tenga conto della sua unicità, della impossibilità di trovare alternative se non trasferirsi in terraferma.

    Impossibile?
    Non credo sia vero: già ne esistono:
    se non erro, a Venezia, per della sua specificità:
    1) non sono ammesse le vendite di alloggi Ater e del Comune,
    2) la metratura minima per l’abitabilità degli alloggi è ridotta, rispetto ai 45 metri quadrati calpestabili minimi di legga.
    Mi pare infine ci sia anche una deroga in merito all’altezza minima dei soffitti, più ridotta per Venezia.

    Quello che però mi preme è sottolineare anche l’aspetto economico per le casse di Comuni e Ater, che pera non abbiano mai sufficienti soldi per restaurare decine di alloggi sfitti per farne poi l’assegnazione: molti infatti credono che il concetto di mandar via di casa in due anni chi ha dei risparmi seppur minimi, o due redditi da mero dipendente, produca anche degli effetti economici controproducenti che alla fine impedirebbero di restaurare ed assegnare nuovo alloggi per assegnare sempre gli stessi alloggi a chi è più in miseria al posto di chi investe non lo è , ma semplicemente sopravvive con dei redditi e risparmi minimi.
    Un esempio: 1000 appartamenti affittati a 50 /100 euro ciascuno perché le nuove famiglie bisognose, con ISEE – ERP inferiore ai 20.000 euro, di più non possono pagare, produrrebbero delle entrate pari a 50.000/100.000 euro al mese, che poco consentirebbero in materia di restauro ed acquisizione di nuovi alloggi da assegnare ai piu’ bisognosi (forse si restaurerebbero 2 o 3 appartamenti massimo).
    In compenso verrebbero sfrattare le precedenti 1000 famiglie a causa di risparmi e redditi oltre il limite ISEE-ERP (che comunque non consentirebbero certo di acquistare nemmeno un mini appartamento a Venezia, né tantomeno o trovarne uno in affitto per residenti, mentre invece un affitto più consistente ad Ater e Comuni.

    Quindi, se gli ipotetici inquilini dei citati 1000 alloggi a Venezia centro storico, anziché avere lo sfratto, pagassero un affitto adeguato (seppur tipo calmierato rispetto al mercato proibitivo o inesistente), che in base all’ ISEE ERP delle famiglie appartenenti economicamente ad una fascia media, potrebbe arrivare anche a 500/700 euro, i relativi proventi sarebbero, per il Comune e l’Ater di Venezia, pari 500.000/700.000 di euro (al mese!), che consentirebbero di recuperare magari 10/15 appartamenti al mese da assegnare ai nuovi bisognosi, senza mandare in strada e inevitabilmente fuori da Venezia chissà quante famiglie!

    Quindi non una “rotazione” degli inquilini, ma una estensione del patrimonio Ater /Erp da assegnare a nuovi (non altri) inquilini.

    Per questo lancio un appello alla Regione, al Presidente Zaia, all’Assessore Lanzarin, all’Assessore Colle e al Governo affinché accolgano quanto proposto nella presente, e affinché la Regione applichi, negli articoli attuativi della relativa Legge Regionale 39/2017, in attesa di approvazione, delle irrinunciabili deroghe (che sarebbero in piena sintonia con in concetti fi autonomia, federalismo e particolarità di luoghi e popoli), almeno per Venezia come detto, al fine di mantenere residenti e poter offrire contestualmente anche un numero ben più consistente di nuovi alloggi recuperati a chi attende in graduatoria.

    Cosa che, a veder bene, converrebbe economicamente non solo al Comune e all’Ater di Venezia, a tutti Comuni e le Ater del Veneto.

    In sostanza, se non si è stati in grado di garantire a Venezia una sufficiente disponibilità di alloggi per residenti nel libero mercato (nonostante cedolare secca sugli affitti e le agevolazioni per i canoni concordati) perché non si è riusciti a contenere gli effetti devastanti del turismo, allora ci si adoperi ora per garantire alloggi ad un affitto sopportabile e calmierato agli ultimi residenti, evitando ulteriore esodo e il “colpo di grazie” agli ultimi veneziani residenti.

    In attesa di cortese riscontro, porgo distinti saluti.

    Prof. Fabio Mozzatto – VENEZIA

    23.1.2018”

    • Gentilissimo Prof. Mozzatto, mi trovo anch’io in una situazione alquanto imbarazzante, poichè ai primi di maggio ho lo sfratto esecutivo. Ho scritto a tutti ma non ho ricevuto risposta da nessuno….è veramente umiliante e preoccupante. Cordiali saluti. Barbara Cavallo

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